Oggi ho troppi pensieri per la testa.
Una bimba che vorrebbe spingere sull'altalena un'amichetta. L'amichetta rifiuta, e la bimba le morde il braccio. La bimba ero io, incapace -a quattro anni- di gestire la frustrazione.
Un uomo, 31 anni, la mia età, la mia generazione. Chiamato dai media uomo, e non ragazzo come usa ultimamente almeno fino ai quarant'anni, perchè ha ucciso la ragazza (vittima, quindi ragazza) che lo aveva lasciato e poi si è suicidato.
Anche lui è stato incapace di gestire la frustrazione.
Non so dove voglio andare a parare con questo post.
Le mie amiche del cuore, di vecchia e nuova data, vivono settimane ostiche, e io le vorrei spingere sull'altalena, ma per vari motivi non posso farlo.
Di sicuro non voglio morderle, ma abbracciarle sì. Vorrei mandare Attila a scaldar loro i piedi durante la notte. Preparar loro un dolce. Piangere insieme.
So che mi leggono, quindi mando loro tutto questo, in attesa di poterlo fare dal vivo.
Una delle due l'ho incontrata stamani, ma ho spesso pudore dei miei sentimenti, ho sempre timore di essere troppo espansiva. L'ho abbracciata ma non abbastanza.
L'altra, sarà difficile tirar fuori le parole giuste per confortarla e soffiare sulla cicatrice fresca, dovrò stare attenta a non sfiorare i lembi della ferita. Ma ho tanta, tanta voglia di vederla.