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Ogni anno Bologna

Creato il 02 agosto 2011 da Alesan
Ogni anno un corteo che resiste, non diminuisce, sfila fiero ed offeso nell'anima, tra facce orgogliose, sofferenti, tra sfregi e menomazioni. Un corteo silenzioso, accompagnato da qualche applauso ma, perlopiù, dal silenzio che avvolge il centro storico della bella Bologna, vecchia e triste come una madre che ogni natale ricorda i propri figli morti al fronte di una guerra che non c'era, che non capiva, che non voleva. Un corteo che si spinge avanti mai stanco, insieme alle vittime e ai ricordi di altri morti di un'epoca pazzesca, il corteo che ricorda la pesantissima parola fine messa su di un'epoca intollerabile ed intollerante, mentre la mente scorre alle immagini televisive che sembrano essere l'unica unione vera tra tutti i presenti, tra i più giovani che non vogliono credere e i più vecchi che non vogliono dimenticare, come se l'era tecnologica e dei media sociali di massa fosse arrivata trent'anni prima. Ed è così pesante quell'attimo di silenzio che copre la stazione centrale dei treni all'improvviso, così dilaniante il fischio di una locomotiva che scandisce il tempo e prova a fermarlo, come fecero la follia e una bomba nel 1980. Così struggente quell'applauso mentre i palloncini bianchi vengono lasciati volare verso il cielo, liberi, loro, di poter testimoniare qualcosa che nessuno vuol dimenticare. Liberi di fuggire via tra gli applausi ancora increduli e senza risposte, pronti a scoppiare lontano, senza rumore, senza feriti, senza far notizia. Nell'Italia che muore, qualcosa non è mai davvero sopravvissuto alla violenza. Nell'Italia che prova a sopravvivere ci sono le lacrime di chi continua a sperare. E a credere.
Bologna, 2 agosto 1980-2 agosto 2011
Ogni anno Bologna

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