Da una parte ci sono io, l’osservatore, colui che vuole conoscere. E questa è una cosa che si può applicare ad ogni esperienza che facciamo, anche, e soprattutto a quelle esperienze di limite e problematiche, quelle che ci mettono in questione. Non importa se il resto del mondo le considera delle stupidaggini, per noi sono questioni cruciali. Infatti è da qui che parte il rispetto per se stessi, nel considerare attentamente ciò che mi reclama, che mi mette in discussione, che è importante per me. Se mi vergogno di ciò che mi mette in crisi, mi vergogno di me.
Quindi, si diceva, da una parte ci sono io, l’osservatore, dall’altra c’è la cosa osservata, il mio problema, quello che voglio conoscere. Cosa significa realmente conoscere quella cosa? Impossessarmi della sua essenza. Ma che cos’è l’essenza di una cosa? Come posso dire che un problema che mi smuove da dentro sensazioni profonde e sconvolgenti abbia un’esistenza di per sé al di là del mio rapporto con esso?
Quando sono di fronte ad un momento di crisi, mettiamo che ho appena litigato pesantemente con un caro amico, non è tanto il comprendere la cosa in sé che fa la differenza, il motivo del litigio, per esempio, o come uscirne, è il fatto di cogliere il significato che questa cosa ha per me: perché mi smuove così tanto? Quali corde sta facendo vibrare in me?
Solo se divento consapevole di questo ho l’opportunità di comprendere la cosa, cioè farla entrare in me e divenire più grande, evolvere, espandere la mia coscienza. Nel riconoscere che il senso della cosa è oltre sé e oltre me, cioè mi mette così profondamente in discussione da obbligarmi ad un salto evolutivo: prima non l’accettavo, adesso la accolgo dentro di me.
Divenire consapevole, che non è solamente capirla, sta cosa: esserne consapevole ha la stessa differenza con il conoscere che c’è tra il leggere di un fiore su di un libro e il farne esperienza su di un prato.
E da dove parte questo divenire consapevole di un qualcosa? Dalla base, dalla parte di noi più concreta, dal corpo. Quando mi accade qualcosa, se interrogo il mio corpo e capisco che mi sta mandando chiari messaggi per approfondire la questione, un mal di pancia, una tensione muscolare alle spalle, un’emicrania, ecco che ho un sentiero.