Il libro di Maryanne Wolf Proust e il Calamaro riporta ad ampio raggio tutte le ricercge degli ultimi anni sulla dislessia, anche quelli comparativi interlinguistici, cioè comparando lingue diverse. Molto interessante sono le conclusioni riguardo a come gli aspetti salienti di un sistema di scrittura influiscano sulla dislessia.
Ad esempio: nelle lingue meno regolari come l’inglese e il francese, la dislessia si manifesta con difficoltà legate alla consapevolezza fonemica ed è caratterizzata da un’inesatta decodifica. Invece, in lingue come il tedesco, ortograficamente trasparente, questa abilità avrà un ruolo meno importante.
Nelle lingue più trasparenti, come l’italiano, lo spagnolo, il greco e l’olandese, il bambino dislessico mostra meno problemi nel decodificare le parole e più problemi nel leggere i testi in modo fluido e con buona comprensione. Così anche come nel caso di un bambino cinese o giapponese le difficoltà di lettura si esprimeranno in altri modi.
Come potete comprendere, la lingua è una variabile che influenza notevolmente la dislessia e che la differenzia. In tal modo diversi saranno i sintomi predittori nei bambini più piccoli, legati anch’essi alle particolarità della lingua di appartenenza.