Scena, interno giorno. Anzi, tardo pomeriggio, quando il sole si avvia al tramonto e ammanta di rosso le vecchie pietre a vista del Duomo.Dentro, qualche candela accesa e il pungente profumo d'incenso.
"Quante volte, Sorella."
"Due volte, Padre.""Non c'è due senza tre, Sorella.""Si...lo so...Padre.""Vorresti dirmi che hai peccato ancora?!""Non ce la sono riuscita a trattenermi, Padre! E' stata una tentazione troppo grande! E' come se il mio corpo avesse deciso da solo...io..io..sono una donna fragile, Padre...""Ma Santo Iddio, Sorella! Sembra che tu stia parlando dei California Dream Man!""Padre, sono fragile mica scema. Però qualcosa da tirare su c'era..eccome!"Peccato.Cioè non è "sono caduta nel peccato" bensì "peccato, ci sono cascata un'altra volta".Dai vostri sorrisi birichini capisco che avete già capito. Niente Marchese De Sade, niente casalingue disperate, niente sextoys nè boa pitonati color fucsia.Siamo solo in due soggetti, anche un po' monotoni, in effetti: un tiramisù e io.Solo che il Tiramisù è quello di Marchesi e io pensavo mi facesse sentire una Principessa invece mi sono ritrovata a fare la parte di Kermit la Rana: ricordate la sua mitica espressione del volto?
Iniziamo con l'analisi organo-lettica (post ammiccante, oggi): è un bel vedere, non c'è che dire. Molto cool anche il contenitore, tronco di cono in plastica trasparente che tanto si usa nella ristorazione informale.
Proprio per lo spirito che mi anima, all'interno della mia personalissima esperienza nell'enogastronomia, ho recuperato un libro edito dalle scuole alberghiere del Veneto, "Cucina e Tradizione", riportante le schede delle ricette (ingredienti e preparazione) dei piatti più prestigiosi che la cucina della mia regione esprime, con tanto di scheda tecnica e conteggio calorie per porzione. E il Tiramisù sembra abbia visto i natali proprio in quel di Treviso.
Un "rotondo" di pan di spagna sostituisce i savoiardi, il caffè amaro viene spodestato da una bagna a base sicuramente di caffè ma indubbiamente zuccherato i cui lievi sentori, durante la masticazione, vengono prepotentemente annullati dai chicchi di uvetta sultanina presenti nel bicchierino, unitamente a qualche mandorla tagliata a julienne tostata e forse caramellata (non sono riuscita a capirlo) e a qualche candito, ingredienti che dovrebbero rievocare il panettone.
E arriviamo al composto "liscio e denso" che dovrebbe risultare dall'unione dei tuorli sbattuti con lo zucchero e successivamente con il mascarpone.La cremina-cremosa non è nè cremina, perchè ti impasta la lingua con grassi non meglio giustificati, facendo soffriggere il mio cuore di dolore (con il resto degli organi fateci pure un patè che sotto Natale non si butta via niente). E non è neppure cremosa. Guardare foto, please.
Ne ho mangiati due per un totale di così tante calorie che sembrano la prossima manovra economica made Monti in quanto non volevo fare la parte di quella che "si, ma tanto tu sei prevenuta".No.Non sono io che sono prevenuta. Sono loro che non sanno fare il tiramisù.
Pertanto, vi inviterei a godere di uno dei più bei "minuetti" che l'arte contemporanea italiana ha saputo donarci.
E nel riportare le parole di una recente intervista rilasciata dall'a.d di mcbusinessì: «Per noi è un sogno che si avvera - commenta Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald's Italia - per l'esperienza e la conoscenza che Marchesi porta con sè e soprattutto per lo spirito innovatore e l'attenzione alla qualità e ai dettagli che ci accomuna». vi saluto con l'atteggiamento serio e composto che una quasi cinquantenne (io) dovrebbe tenere in frangenti come questo...;)