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Oliva itrana alias oliva di gaeta

Da Latognazza
Si sente spesso parlare di oliva Itrana, detta anche oliva Trana, e del suo olio extra vergine, ma forse non tuti sanno che questa tipologia di oliva non è altro che la famosa oliva di Gaeta Da anni è commercializzata con la “comune” denominazione di oliva di Gaeta. Nome che le deriva non solo dal fatto che il territorio di Gaeta era il territorio di produzione, ma in particolar modo perché era dal porto della città che questo prodotto veniva esportato. Questo prodotto, descritto già da Virgilio nell’Eneide, ebbe la sua massima diffusione nel 1400 grazie alle attitudini all’agricoltura, al commercio ed alla navigazione dei cittadini dell’allora Ducato di Gaeta, che esportarono l’olio e le olive di Gaeta in tutto il Mediterraneo, facendone un alimento molto richiesto e apprezzato per l’ottima qualità. E’ da sempre un’oliva molto ricercata. Il primo documento che parla di oliveti nella zona di Gaeta è il testamento del duca di Gaeta Docibile II dell’anno 954. Nella seconda metà del XV secolo Ercole I, il famoso Duca mecenate di Ferrara, conosceva e apprezzava quest’oliva unica, al punto tale da spedire diverse persone che per suo conto che potessero acquistare questo prodotto. A partire dalla fine del XIX secolo, in seguito alla grande crisi del vino francese, quando molti oliveti nella zona di Gaeta vennero sostituiti con vigneti più redditizi, la maggior parte della produzione venne spostata a Itri. A questo punto l’oliva prese in nome di Itrana, ma le caratteristiche uniche di quest’oliva rimasero invariate. Attualmente gran parte della produzione viene fornita da Itri (da qui Itrana), paese  in leggera collina, a circa 5 km dal mare, e da tutto il territorio sul dorsale marittimo dei monti Lepini. L’Itrana è una cultivar di ulivo originaria e tipica del Lazio, una pianta molto vigorosa e rustica, che produce un frutto dal gusto inconfondibile. Il frutto presente una  forma ovoidale, leggermente asimmetrica con un colore a maturazione rosso-violaceo. Il periodo di raccolta è fine novembre. E’ un’oliva da tavola o da olio. L’olio che ne deriva è di  colore giallo-verde, ha un sapore intenso, fruttato, lievemente amaro e piccante; con note di pomodoro verde ed erbacee. A tavola vengono consumate in diversi modi: schiacciata, appassita, in salamoia. Se conservata in salamoia, mantiene il suo colore naturale e si conserva per lungo tempo per essere utilizzata in cucina, in salse, insalate o ripieni. L’auliv a la ott (l’oliva in botte), come si dice in dialetto locale, la trovate in barattoli di vetro, secchielli in plastica o vaschette in plastica, ancora immersa nella salamoia. Nel paniere Tognazza, l’Olivastro è l’olio biologico mono cultivar oliva itrana. Costituisce già da sé una ricetta grazie alle sue innumerevoli sfumature olfattive e gustative. Scoprilo! Assaggialo!   

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