Pubblichiamo la traduzione di un breve intervento realizzato nel 2008 da Oliver Sacks in occasione dell'uscita di Musicofilia (Adelphi).
Nell'ospedale dove lavoro e in una serie di case di cura per anziani dove presto servizio, ci sono molte persone che soffrono di Alzheimer o hanno altri tipi di demenza. Alcuni di loro sono confusi, altri sono agitati, altri sono letargici, alcuni hanno quasi perso la capacità di parlare. Ma tutti loro, senza eccezioni, reagiscono alla musica. Specialmente quando si tratta di vecchie canzoni o di canzoni che conoscevano.
Sembrano toccare certe corde della memoria ed emotività che altrimenti sarebbero inaccessibili per loro. È davvero sorprendente vedere persone assenti e cupe reagire immediatamente alla musicoterapia o a una canzone familiare. All'inizio sorridono, poi in qualche modo tengono il ritmo e alla fine lo seguono. In un certo senso riconquistano quel periodo delle loro vite e quella identità che avevano quando hanno ascoltato la canzone per la prima volta. È una cosa sorprendente da vedere e, ovviamente, da provare. Quel tipo di lucidità e di piacere può durare anche nelle ore successive. Una cosa comune nei casi di Alzheimer è che i pazienti perdono la memoria degli eventi e la storia della propria vita, i propri ricordi. Sembra che non riescano ad accedervi direttamente. Ma i ricordi personali sono "racchiusi", parzialmente, in cose come la musica. Questo è vero in modo particolare per le canzoni che un malato conosceva, o che aveva imparato, e specialmente per le canzoni che cantava. E così il passato, che non sembrava recuperabile in alcun modo, sembra quasi, diciamo così, "custodito nell'ambra della musica." Le persone possono riconquistare un senso d'identità, almeno per un po'. Non c'è bisogno che una persona sia particolarmente musicale per rispondere alla musica, per riconoscere la musica, per reagire alla musica in modo emotivo.Virtualmente ognuno lo fa, e continuerà a fare così, nonostante una grave demenza. In un caso di grave demenza, un paziente può aver perso il potere del linguaggio e può aver perso la maggior parte dei ricordi degli eventi, per cui riesce a ricordare davvero poco del proprio passato. Ma un paziente ricorderà sempre le canzoni che ha ascoltato e cantato, e così una musica che riconosce familiare. Le parti del cervello che reagiscono alla musica sono molto vicine alle parti del cervello che interessano la memoria, l'emozione e l'umore. Per questo le canzoni familiari riportano indietro i ricordi, probabilmente, del momento in cui quella musica è stata ascoltata per la prima volta: durante una serata fuori, magari a Coney Island, insieme ai propri figli. Tutto quello che si è perso con l'amnesia riemerge. Come se fosse custodito in una canzone familiare. Può riemergere.In sostanza, con l'amnesia, che si tratti o meno di casi di Alzheimer, perdi la tua vita. Perdi il tuo passato, la tua storia, la tua identità in modo considerevole. Perlomeno si può avere la sensazione di riaverla indietro e riconquistarla, per un po', con una musica familiare.