24 OTTOBRE – Il vecchio adagio della “fatal Verona”, da sempre tanto caro ai tifosi gialloblù, ha fatto questa volta “cilecca” visto che il Milan è uscito vittorioso dal Bentegodi con il punteggio di tre reti ad una. Alla faccia della tanto amata cabala. Una sconfitta pesante e sicuramente dura da digerire sia perché le aspettative del popolo gialloblù erano ben altre sia perché il risultato finale appare quantomeno un tantino bugiardo. Se andiamo infatti a riavvolgere il film dell’incontro scopriamo che la squadra di Mandorlini non ha per nulla demeritato, “tradita” oltremisura da alcuni grossolani errori difensivi della propria retroguardia – nell’occasione dell’autorete che ha determinato il vantaggio milanista il brasiliano Marques ha ricordato il tristemente famoso Comunardo Niccolai – e dalla giornata di grazia vissuta dal portiere rossonero Abbiati che ha praticamente annullato tutte le palle gol costruite da Toni & c. Tuttavia la consueta disamina della partita passa oggi inaspettatamente in secondo piano in quanto a tener banco ci pensa l’incomprensibile decisione del Giudice Sportivo Tosel che ha sanzionato il club scaligero con la chiusura della Curva Sud del Bentegodi perché domenica nel corso dell’incontro con i rossoneri, secondo gli ispettori federali presenti allo stadio, almeno tremila persone – il settore occupato dai tifosi gialloblù ne contiene circa cinquemila – avrebbero indirizzato cori di chiaro stampo razzista nei confronti del centrocampista avversario Sulley Muntari. Oltre al danno della sconfitta ecco quindi arrivare la più atroce delle beffe, un vero e proprio fulmine a ciel sereno che prende di mira un’intera tifoseria e di rflesso un’intera città. Una decisione totalmente inspiegabile in quanto nessuno tra addetti ai lavori, giornali, tv, radio, giocatori e dirigenti ha “denunciato” un fatto del genere. Credo che nulla possa essere più odioso di un coro razzista nei confronti di un avversario e quando questo succede è giusto che i responsabili paghino ma quando si ha la sensazione che un fenomeno come questo venga costruito “ad arte” per colpevolizzare a prescindere un’intera tifoseria, ecco che la cosa diventa non più tollerabile. Ergo o gli ispettori hanno preso un enorme abbaglio oppure domenica al Bentegodi erano presenti quasi trentamila sordi. Delle due l’una. In tutto questo la risposta da parte della società Hellas Verona non si è certo fatta attendere. Il club gialloblù, infatti, attraverso un comunicato stampa ed una lettera del presidente Setti inviata ai direttori dei maggiori quotidiani nazionali, ha ribadito non solo la propria totale estraneità ai fatti ma ha soprattutto espresso con fermezza e con toni estremamente forti e decisi il proprio disappunto per una decisione incomprensibile ed immotivata. Ad avvalorare la tesi difensiva gialloblù sono poi giunte anche la registrazione televisiva dei momenti incriminati – che “sconfessano” in toto gli ispettori federali – e la nota della stessa Questura di Verona che ha confermato di non aver ricevuto alcuna segnalazione in proposito, come invece dovrebbe succedere se avvengono fenomeni di questo tipo. Il paradosso di questa situazione poi – se vogliamo vera e propria “ciliegina” sulla torta – è che tutto questo avviene in un paese dove il presidente federale Tavecchio risulta inibito dall’Uefa per la famosa frase sui giocatori stranieri che arrivano in Italia, definiti dallo stesso “mangia banane”. Incredibile ma vero! In ogni caso la parola passa ora all’Appello dove finalmente si saprà se il ricorso della società potrà essere accolto o se veramente il Bentegodi dovrà ospitare i prossimi incontri casalinghi contro Lazio e Fiorentina – si perché l’attuale squalifica si porta dietro anche quella dello scorso anno, poi sospesa, decisa allora come oggi in seguito a presunti cori razzisti peraltro mai avvenuti – con l’intera Curva Sud chiusa a doppia mandata. Tutto il popolo gialloblù, e non solo quello, attende di vedere cosa succede anche perché la cancellazione di una decisione del genere non è mai avvenuta e quindi si tratterebbe di un “pericoloso” precedente laddove si verificassero fenomeni analoghi. In ogni caso il punto è un altro perchè si tratta di scegliere tra credere o non credere agli ispettori della procura federale. Questo è il vero dilemma…
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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