Il taglio narrativo è
un’analisi biografica, intima e accogliente, raccontata dalle persone che le sono state accanto e hanno accompagnato il suo percorso di donna e professionista, un repertorio di ricordi, opinioni e immagini indelebili della sua carriera e del suo essere Claudia Cardinale. Brava e bella, un sorriso straordinario, umile, schiva di carattere, ma determinata, “Parlava poco, ma recitava divinamente”. Con il suo sguardo e la sua voce, guardava e raccontava.
In un lampo fa film con i migliori registi: “Mi sono fatta desiderare dal cinema, esattamente come si fa con un ragazzo che ti fa la corte”, afferma, con un sorriso di chi ha la consapevolezza di saper scegliere. E così da Fellini, che esaltava la sua capacità naturale recitativa, lasciandola libera di agire a Visconti che, al contrario calcolava tutto con rigorosa pignoleria. Due esperienze che la portano poi ad affrontare Monicelli, Zampa, Herzog, Leone, Zurlini, Comencini, e tanti altri. Il rapporto speciale con Luchino fatto di tenera nostalgia la porta a confessare:” Non mi ha mai lasciata, quando un regista non mi va bene, io penso, “Luchino, Luchino, aiutami tu”! Ottiene una fama e notorietà internazionale. L’attore britannico David Niven la definisce: “La più felice invenzione italiana dopo gli spaghetti“. Entra nell’immaginario sentimentale dell’Italia, per non uscirne più.
Il
mito di Claudia Cardinale si modella sullo schermo dove ha dato vita a
tante donne diverse, personaggi attivi, polemici, coscienti, nei quali riesce ad inserire la sua vita interiore, il suo modo profondo e complesso di essere donna, con una gioia e un fare rabbioso di vivere la vita. Non voleva essere giudicta come attrice perché si riteneva una professionista: ” Per fare questo mestiere, devi essere molto forte, se no, è cannibalismo, e quando ti dicono che sei brava, io non ci credo”. Forse oltre all’ingenuità, alla delicatezza, e alla sua predisposizione autentica di essere attrice, nel profondo si portava addosso la sua origine africana, il suo dignitoso, serio e caparbio modo di intendere il lavoro. Volitiva e battagliera, vuole essere libera e indipendente. Vuole essere se stessa. E questo i registi, lo hanno capito benissimo, sullo schermo il suo sorriso luminoso, il suo sguardo penetrante le hanno dato la possibilità di rappresentare tanti personaggi, aperti alla vita. Tante icone di ciò che siamo stati, simboli di un’epoca di
rinascita e conquiste.
Su di essi, oggi, si staglia un viso oramai segnato dalle rughe, pronto a raccontare come di tutto questo fu protagonista.Una bellezza
segnata dal tempo che la traghettata da diva a interprete. Il suo volto misterioso e inquietante ci conduce nel mistero del suo sguardo, nel suo languore, dove si cela anche una storia tutta al femminile. Violentata giovanissima, riesce, con grande coraggio a instaurare un rapporto con l’individuo che l’ha abusata e incinta porta avanti la gravidanza. Il cinema le impone il segreto e quel figlio diverrà suo fratello.Vicende della vita che le hanno tuttavia donato in cambio un
senso di assolutezza, di totalità femminile. “Non mi sono mai sposata, ho voluto essere sempre completamente indipendente. Detto questo, ho dei punti fermi che mi impediscono di uscire fuori strada: per me, per esempio, i figli sono importantissimi”.
Lo charme, che l’ha resa
più amata di qualsiasi altra è tutto là: in quel carattere e in quel talento, in quella franchezza e in quei valori, come la famiglia, a cui lei aderisce con convinzione. Non ha mai smesso di fare l’attrice, né di essere un mito. E’ rimasta una
donna profonda e sensibile, indipendente e caparbia, una donna che ha interpetato la grande avventura del cinema italiano come
una donna vera. Una vita dura calata nel sogno cinematografico, una trasformazione continua data da una forza interiore unica. “Credo nel destino e basta, ho fatto degli errori, ma mi sono serviti, non ho rimorsi, guardo avanti, non voglio essere giudicata per la mia vita e le mie scelte private, ma solo per il lavoro.”!