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Omaggio a Maria Orsini Natale

Creato il 11 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori, oggi 11 novembre ricorre il primo anniversario dalla morte di una bravissima scrittrice italiana: Maria Orsini Natale. Forse molti di voi non la conoscono, ma è stata un’autrice capace di far rivivere nei suoi romanzi le autentiche atmosfere napoletane di un tempo. Questo articolo vuole essere un piccolo omaggio ad una scrittrice e giornalista seria, talentuosa e fuori dalle luci della ribalta. Non esagero se dico che l’Italia ha davvero perso un’artista e intellettuale di valore e, come purtroppo accade molte volte nel nostro Paese, alcuni non se ne sono neanche accorti.
Omaggio a Maria Orsini NataleTitolo: Francesca e Nunziata Autore: Maria Orsini Natale Casa editrice: Avagliano Anno di pubblicazione: 1995 (prime edizione); ultima edizione 2011 Numero pagine: 390 Prezzo: 16 euro Trama: Con la sapienza e la felicità espressiva di un cantastorie, Maria Orsini Natale racconta la vita di una famiglia patriarcale di pastai che dalla costiera amalfitana si trasferisce alle falde del Vesuvio, dove la primitiva struttura artigianale si trasforma in moderna azienda industriale, in un periodo che va dal 1848 al 1940. Protagoniste due straordinarie figure, due donne imprenditrici, Francesca e la figlia Nunziata, con le loro aspirazioni, passioni e sconfitte. Sullo sfondo, un secolo di storia italiana dal Risorgimento alle soglie della seconda guerra mondiale, e gli ardori e le sofferenze di un popolo di civilissima umanità, sacrificato agli interessi della politica. Un romanzo irresistibile. Un "cunto" che si vorrebbe non avesse mai fine.
RECENSIONE Forse il nome di questo libro “Francesca e Nunziata” vi ricorda qualcosa: in effetti ne è stato tratto un bel film omonimo del 2001 con Sophia Loren, Claudia Gerini, Giancarlo Giannini e Raoul Bova, diretto da Lina Wertmuller. Il film è ben fatto, curato, ma il libro è imperdibile. E’ una storia di uomini e donne che abbraccia un secolo della storia del nostro Paese ed è affrontata con rigore e sentimento. Le protagoniste della storia sono quattro: la fiera Francesca, la dolce orfanella Nunziata, l’Italia e la pasta. Le due donne sono personificazioni dei due volti della nazione: il primo deciso, che non abbassa mai la testa, soprattutto nelle difficoltà; il secondo generoso e sognatore. Rappresentano anche l’inesorabile scorrere del tempo e della Storia: Francesca, nonostante la sua caparbietà e la sua determinazione, come ogni essere umano, compie il ciclo della propria esistenza e la sua eredità creativa, di lavoratrice infaticabile, passa a Nunziata allo stesso modo in cui la “vecchia” Italia prima del Risorgimento lascia spazio alla nuova Italia unita e più moderna. Dal punto di vista strettamente cronologico Francesca vive la fase risorgimentale, mentre Nunziata è figlia della nazione unita e di quegli ideali, però vive la sua maturità al tempo del Fascismo.
Entrambe le protagoniste sono grandi lavoratrici; il loro unico pensiero è il lavoro, la fatica. Rappresentano, cosi, l’Italia che nasce e si sviluppa con le proprie forze, con coraggio e sacrificio. Sono loro due i pilastri della storia. Le figure maschili ruotano attorno a loro come satelliti intorno a due soli. Non hanno la determinazione delle due donne, non sopportano il peso delle situazioni. Talvolta sono solo capaci di combinare irrimediabili guai, come il marito di Francesca, impenitente libertino che rovinerà completamente la famiglia per inettitudine. Nunziata non è la vera figlia di Francesca. Rappresenta un voto che la donna aveva fatto alla Madonna:
Quando sono venuta a prenderti all’orfanotrofio, per me eri soltanto un voto, una cosa che dovevo fare, una promessa da mantenere. Eri ‘na scaramanzia. Se ti trattavo bene, stavano bene i figli miei. Per tanti anni non ho mai avuto affetto per te, eri un’estranea. Poi quando te ne sei andata ti ho stimata…”

In queste poche parole ritroviamo l’anima della vicenda: Francesca ha già tanti figli, ma accoglie in casa Nunziata spinta da un dovere religioso. Sono, però, i suoi veri figli quelli che lei reputa “le frecce del suo arco. Eppure quella bimbetta taciturna e servizievole è l’unica che mostra interesse per il pastificio di famiglia; l’unica capace di lavorare fin da piccola. Nunziata ama il mondo della pasta, lo sente suo fin da subito. Per una sorta di legge del contrappasso è lei a ricomprare e dirigere il pastificio e gli altri beni di Francesca, di quella donna che per lei non era mai stata madre e che l’aveva allontanata dalla famiglia quando aveva scoperto la sua gravidanza (probabilmente ad opera di uno dei suoi figli). Francesca alla fine si pente del suo gesto e scopre l’amore materno che prova per Nunziata, ma ormai è troppo tardi, il destino si è compiuto. Ora tocca a Nunziata vivere la sua vita.
Omaggio a Maria Orsini NataleL’esistenza di Nunziata è difficile, ma la donna l’affronta con quella bontà che le è propria. Non reagisce agli schiaffi della vita, si limita a vivere e a fronteggiare le diverse situazioni talvolta con una certa dose di passività. Non è combattiva come Francesca, ma in lei c’è sempre dignità e rispetto. Le altre due “protagoniste” della storia sono l’Italia e la pasta. La prima è anche sfondo del romanzo, in particolar modo la zona vesuviana; la seconda è una delle anime del Paese. Le descrizioni dei paesaggi sono suggestive:
Francesca era nata su una di quelle alture della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto che, nelle notti serene, le luci delle lampare fanno stellato. Il mare visto da lassù è irraggiungibile, in un pozzo di luce l’azzurra trasparenza, cosi lontana, sospesa e senza suoni, è irreale e segreta come una favola”. 
L’Italia è “fatta” di pasta, non è solo cibo, è stile di vita, è cultura. E’ ciò per cui, ancora oggi, siamo famosi nel mondo. Maria Orsini Natale racconta in maniera stupenda le tecniche, i macchinari e i diversi tipi di pasta. E’ una storia dentro la storia. Come leggere il racconto delle nostre “origini culinarie”.
Dal punto di vista dello stile il romanzo si legge benissimo. L’autrice utilizza anche il dialetto napoletano per far vivere e caratterizzare a 360° i suoi personaggi. Alcune battute in napoletano sono memorabili, come la domanda Che m’accocchia” che ha una storia simpaticissima alle spalle e di cui voglio lasciarvi la scoperta. Francesca e Nunziata è una dichiarazione d’amore verso una terra, un Paese e una cultura. Leggere questo libro vuol dire riscoprire le nostre origini e imparare quanto la Storia sia mutevole, complicata e imprevedibile.
La critica Il romanzo è stato apprezzato moltissimo dalla critica. Vi riporto i pareri più interessanti: “Splendide pagine ricche di colori, di profumi, di odori, l’apoteosi di un mondo scomparso” (Mirella Serri La Stampa)
“Un romanzo controcorrente, nella tradizione dei grandi affreschi risorgimentali alla Ippolito Nievo” (Giovanni Pacchiano-Epoca)
“Quanto a malincuore si giunge all’ultima riga di Francesca e Nunziata, “nu cunto” che si vorrebbe interminabile e che al tempo stesso si è felici di non veder procedere fino ai giorni nostri”. (Chiara Somajni Il Sole 24 Ore)
“…trattandosi di una saga familiare ambientata a Napoli tra l’Ottocento e il periodo fascista, si colloca nella linea che va da I Viceré a al Gattopardo, con un occhio anche a Mastro Don Gesualdo”. (Carmen Covito Donne)
Il film Molti di voi aOmaggio a Maria Orsini Natalevranno avuto occasione di vedere il film tratto da questo romanzo. Una pellicola di qualità, in cui, però, la storia viene raccontata solo fino alla fine della vita di Francesca (di cui comunque non si vede la morte), tralasciando tutta la parte dedicata alla maturità, alla vecchiaia e alla morte di Nunziata. Per chi vuole saperne di più sul film, consiglio di leggere il volumetto edito da Gremese Francesca e Nunziata. Un film di Lina Wertmuller”, in cui viene riportata la bellissima sceneggiatura. A proposito del film le parole della Wertmuller sono illuminanti: 
“Ambientata in un luogo tra i più belli d’Italia, la penisola sorrentina, la storia si basa sull’antica tradizione di quei mugnai che da semplici artigiani…si sono trasformati in piccoli imprenditori familiari. Tratta della pasta, dei segreti della sua fabbricazione…ma soprattutto tratta di Francesca, vissuta fin dall’infanzia in mezzo al lavoro della famiglia e destinata a diventare grande imprenditrice…Al suo fianco c’è un marito principe, bello elegante, signore, che l’ama moltissimo e che lei adora…Alla storia di Francesca e Giordano si intreccia quella di Nunziatina…Figli, matrimoni, morti, nascite, scandiscono i tempi di questa saga familiare che si svolge nelle sale della villa Montorsi…che alla fine di questa storia vivrà il primo segno struggente dell’ormai imminente decadenza di uno splendido regno di bellezza”.
Omaggio a Maria Orsini NataleL'AUTRICE: Maria Orsini Natale (1928/2010) è stata una scrittrice e giornalista nata, cresciuta e morta a Torre Annunziata, ai piedi del Vesuvio. Con il romanzo Francesca e Nunziata è stata finalista al premio Strega 1995 e ha vinto il premio Oplonti 1995, il premio Domenico Rea (1995) e il premio Chianti Ruffino 1996. Appassionata di storia e cultura campana ha pubblicato le raccolte di racconti La bambina dietro la porta (2000), Cieli di carta (2002) e il romanzo Il terrazzo della villa rosa (1998).

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