Approfitto dei grandi monologhi per fare un omaggio al miglior regista (e probabilmente anche sceneggiatore) che abbiamo attualmente in Italia che è Paolo Srrentino e ad un grande attore, Tony Servillo.
L’UOMO IN PIU’:
Tony Pisapia:”Io ho sempre voluto cantare. Mi ricordo che da bambino mio padre si incazzava ed io cantavo ancora di più. Mi picchiava. Ed io cantavo ancora di più. Io me li ricordo i microfoni a giraffa. Mi ricordo Mina. Walter Chiari, Alberto Lupo, Alberto, Alberto schiattava di risate con me. Ricordo tutti i teatri dove mi sono esibito. Tutte le canzoni che ho cantato, tutti i camerini. Tutti i flash dei fotografi, le dediche sui dischi. Gli autografi, le tournè, i ristoranti, le risate. Le lacrime degli spettatori. Io sono nato a Vigo Speranzella. Mi ricordo Napoli durante la guerra, avevo solo 8 anni. Mi ricordo il rifugio a piazzetta Augustea.
E poi mi ricordo che avevo 6 smoking, 150 camicie, 90 paia di scarpe. Mi ricordo quando mi hanno messo le manette la prima volta. Tutte le lacrime che ho pianto. Ma come piangevo quando mi trasferivano da un carcere all’altro. quando le guardie carcerarie mi facevano l’ispezione anale. Mi ricordo tutti… tutti i compagni di cella. Io mi ricordo tutte le volte che avevo la voce bassa. E avevo paura a salire sopra il palcoscenico. Mi ricordo i fiori dentro i camerini. Le donne fuori i camerini che dicevano che volevano conoscermi, che mi trovavano interessante. Ma poi si finiva sempre a letto.
Dicevano che ero bello, io non mi sono sentito mai bello. Io mi sentivo potente. Non me ne fragato mai un cazzo di nessuno. Io mi ricordo tutto. E’ una strunzaaata che la cocaina ti scassa la memoria, so trent’anni che la tiro e non mi sono dimenticato niente. Io me la ricordo tutta la cocaina che mi sono tirato. Del resto tutti hanno tirato in questi anni di merda, chi è che non l’ha fatto?! Soltanto i poveri non hanno pippato e non sanno quello che si sono persi… Io mi ricordo quando cantai a New York e Frank Sinatra dovette venirlo a sentire su fenomeno di Tony.
Mi ricordo mia madre quando era giovane. Che vi devo dì. Comunque per me rimane la donna più bella che abbia conosciuto nella mia vita. Poi mi ricordo un amico. Si chiamava Antonio Pisapia. Era un grande calciatore. Voleva fare l’allenatore e non glielo hanno fatto fare. E si è suicidato. Ma io non mi siuciderò mai. E che un’altra cosa mi ricordo io. Io ho sempre amato la libertà. E voi non sapete manco che cazzo significa. Io ho sempre amato la libertà. Io sono un uomo libero. “
IL DIVO:
Andreotti: “Lidia. Sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano. Si passeggiava, io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa ti ricordi? Si lo so ti ricordi. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sapevano, non sanno e non sapranno e non hanno idea. Non hanno idea delle malefatto che il governo deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa incoffessabile contraddizione. Perpetuare il male per garantire il bene. La contraddizione mostruosa che fa di me un uomo cinico e indecifrabile anche per te. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sanno la responsabilità.
La responsabilità diretta o indiretta per tutte le stragi avvenute in Italia dal 1969 al 1984 e che hanno avuto per la precisione 236 morti e 817 feriti. a tutti i familiari delle vittime io dico SI, CONFESSO. Confesso, è stato anche per mia colpa, mia colpa, per mia grandissima colpa. Questo dico anche se non serve. Lo stragismo per stabilizzare il paese, provocare terrore per isolare le parti politiche estreme e rafforzare i partiti di centro come la Democrazia Cristiana, l’hanno definita come strategia della tensione, sarebbe più corretto dire STRATEGIA DELLA SOPRAVVIVENZA.
Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto, Giovanni, Mino, il caro Aldo, per loro vocazione o per necessità ma tutti irriducibili amanti della verità. Tutte bombe pronte a esplodere sono state disinnescate col solenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta e invece è la fine del mondo. Noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo dio lo sa e lo so anch’io.”