Non è finito il giallo del delitto a Prati. Ora va ricostruito il giro dei presunti malaffari. Dopo interrogatori e accertamenti, la Squadra mobile è quasi certa delle responsabilità del reo confesso Attilio Pascarella, 70 anni, avendo fugato il dubbio iniziale che l’anziano potesse dichiararsi responsabile dell’omicidio per nascondere il nipote. Decisivo sarà l’esame che rileva tracce di polvere da sparo su abiti e pelle di chi ha sparato, lo «stub»: il risultato nei prossimi giorni. Dunque per gli investigatori sembra chiaro che venerdì sera a uccidere l’imprenditore Roberto Ceccarelli, 45 anni, è stato Pascarella, uno dei prestanome della vittima, ridotto a vivere in macchina per la sua passione sciagurata per il gioco d’azzardo, che davanti al Teatro delle Vittorie l’ha freddato con due colpi di pistola alla schiena con una pistola calibro 22 gettata nel Tevere. Un altro punto fissato dalle indagini riguarda il coinvolgimento del nipote, Daniele Pezzotti, 30 anni, della Magliana, fermato l’altra sera per concorso in omicidio. Un tipo con precedenti per droga, ricettazione di assegni, lesioni, che si un po’ bullo e un po’ violento.
Durante l’interrogatorio, il ragazzo avrebbe confermato di avere accompagnato lo zio in via Oslavia, dove si trova la sede di una delle società di Ceccarelli, di aver proseguito con loro due verso via Col di Lana, precisando però che poi li avrebbe lasciati da soli a discutere sentendo solo in seguito il rumore degli spari. Per zio e nipote il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Silvia Santucci hanno chiesto al giudice la convalida dei fermi. Eppure gli inquirenti ritengono che la storia continui a presentare lati oscuri. Sempre in mattinata a piazzale Clodio c’è stata una riunione col procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Roma per fare il punto sul delitto e soprattutto cercare di appronfondire gli interessi dell’imprenditore Roberto Ceccarelli, l’attività che svolgono le sue società e il ruolo del presunto killer. Roberto Ceccarelli è un nome che compare anche nella lista del «Madoff dei Parioli», Gianfranco Lande: ma sarebbe un omonimo, quindi un’altra persona che niente ha a che fare col morto ammazzato.
Poi c’è l’altra pista, sui possibili legami tra l’imprenditori e la banda della Magliana: ma apparirebbero deboli e sfumati. Sicuramente la vittima emerge dalle carte come un personaggio dalle doppia entità. La prima: con un passato da riciclatore di denaro, coinvolto nella megatruffa alle Aziende sanitarie locali, legato al nome di lady Asl, al secolo Anna Iannuzzi. La seconda: manager al centro di una rete di società, dall’affitto di barche, alla vendita di prodotti farmceutici da banco, dai supermercati al commercio di auto, fino alle sigle sportive. Ed è su quest’ultima che ora la polizia vuole fare luce.
Fabio Di Chio
Fonte: Il Tempo
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