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Omicidio Sarah Scazzi: il processo da Taranto a Potenza?

Creato il 13 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Michele Pacella il 13 ottobre | ore 08 : 53 AM


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Il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi potrebbe passare da Taranto a Potenza. Questa è la notizia circolata nelle ultime ore, e confermata anche dalla richiesta fatta dalla procura della Cassazione. Troppa emotività ambientale: questa sarebbe la motivazione alla base dell’eventuale spostamento.

Il sostituto procuratore della Suprema Corte, Gabriele Mazzotta, ha fatto richiesta di trasferimento dell’inchiesta sull’omicidio della 15enne di Avetrana a Potenza. Questo è quanto emerso dall’udienza a porte chiuse. La diffusione di tale notizia avrebbe già provocato reazioni contrastanti da parte dei protagonisti della vicenda. Da un lato, infatti, i legali della difesa di Sabrina Misseri (cugina di Sarah Scazzi attualmente in carcere insieme a sua madre, Cosima Serrano) avrebbero accolto con favore tale possibilità. Dall’altro lato, invece, la parte civile (ossia i legali della famiglia Scazzi), non avrebbe visto con favore il possibile spostamento del processo, auspicandosi che quest’ultimo resti a Taranto. Si tratta quindi di un possibile ennesimo colpo di scena nell’inchiesta sulla morte di Sarah Scazzi, uccisa nell’agosto del 2010, e che da oltre un anno sta proseguendo a tenere banco nelle cronache italiane. E questo, a pochi giorni dalla diffusione delle motivazioni della Cassazione, che si era espressa a fine settembre sull’ordinanza di scarcerazione per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, le due donne attualmente in carcere accusate dell’omicidio della ragazza. In oltre 40 pagine, la Cassazione aveva emesso le proprie motivazioni dopo la decisione di sospendere con rinvio la custodia cautelare ai danni delle due donne imputate nel processo. Alla base della richiesta del pg della Cassazione, come detto, ci sarebbero motivi legati all’emotività ambientale.

Le ragioni dell’eventuale spostamento, sarebbero quindi da ricercare nelle intimidazioni ricevute da alcuni dei protagonisti dell’intera vicenda: tra gli episodi in tal senso ci sarebbero, ad esempio, il lancio di pietre e le minacce subite sia da Cosima Serrano, durante le fasi del suo arresto, che le intimidazioni subite da Michele Misseri, marito della Serrano e padre quindi di Sabrina Misseri.


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