Boicottiamo la OMSA, una delle poche aziende senza problemi se non quello di voler pagare di meno le proprie dipendenti, così il "padrone" ha visto bene di licenziarle tutte: 239 lavoratrici a casa avvertite con fax alla vigilia di Capodanno! Il "padrone" è Nerino Grassi (a cui auguro un pessimo 2012) ed ora sposterà la OMSA in Serbia, dove la manovalanza femminile, quella più richiesta nel mondo perché più precisa e veloce (in pochi lo sanno), costerà niente e forse lui si sentirà ancor più "padrone" finalmente con le sue schiave e non più lavoratrici dipendenti.
Non c'è molto da fare, mancano leggi per queste porcate italiane, perché è una porcata sfruttare per anni il marchio made in Italy e il lavoro quotidiano delle lavoratrici di Faenza, per poi chiudere tutto e spostarsi lì dove c'è chi lo ringrazierà a vita per pochi soldi, viste le condizioni tremende in cui versano le donne serbe (le stesse comunque in cui verseranno anche le italiane se continua così).
Ma qualcosa si può fare: si può evitare di acquistare i prodotti OMSA, che sono quelli che scrivo sopra, poi se si vuole solidalizzare pubblicamente, oltre a scrivere due righe nei vostri blog, c'è un gruppo su Facebook.
Un consiglio a chi diffonde la campagna di boicottagio Omsa: SCRIVETE I NOMI DEI PRODOTTI DA NON ACQUISTARE! Non solo i ciechi come me, ma tanti possono avere problemi a leggere i nomi da un'immagine, che è quella della campagna che ho messo qui. Scrivere i nomi dei prodotti poi serve a far entrare nei motori di ricerca sia la notizia, che i nomi dei prodotti, sperando che quando qualcuno, anche tra vent'anni, cercherà Omsa su Google, gli possa uscire solo questo e tanti altri post simili, come ricordo di un'Italia di merda e di merde come Nerino Grassi (non ho altri vocaboli per queste cose), sempre se tra vent'anni non sarà ancora realtà.