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La trama (con parole mie): lui è un non più giovanissimo musicista tornato a casa dal padre vedovo diviso tra un amore perduto, le canzoni cantate nel centro di Dublino e le riparazioni di aspirapolveri.Lei è una giovane immigrata della Repubblica Ceca, partita con madre e figlia per trovare un futuro migliore in Irlanda, lasciatasi alle spalle una storia con un uomo più vecchio di lei, appassionata di musica e pianista.I due si incontrano per caso, esprimendo i loro sentimenti quasi esclusivamente attraverso un piccolo repertorio di canzoni che finiscono per incidere in attesa che il futuro possa portare qualcosa in più rispetto al passato.Un quasi musical piccolo piccolo, eppure genuino e magico: in qualche modo, il Commitments degli anni zero.
Avete presente quei momenti in cui, percorsi da brividi che possono essere di gioia da sentirsi leggeri o tristezza che seppellisce, si preme il tasto play sull'Ipod - ma io ricordo benissimo anche i tempi del walkman e del discman - mentre si sta camminando e si lascia la mente libera di viaggiare, quasi si potesse uscire dal proprio corpo come in un sogno, e trovare risposte che si sa bene non arriveranno, ma che hanno tutta la loro dimensione proprio in tentativi come questo di trovarle?Se esiste un equivalente cinematografico di quella sensazione, Once l'ha tradotto e rappresentato come meglio non si potrebbe: un film piccolo piccolo, costato pochissimo e girato in meno di tre settimane con un taglio documentaristico in stile Dardenne eppure senza alcuna spocchia o pretesa autoriale da sala d'essai elitaria e finta alternativa, un ritratto di Dublino, della musica e dell'amore sincero e appassionato, un brivido dalla bellezza quasi nascosta, vitale ed energico eppure struggente ed intriso di quella sensazione che ci travolge quando, alla fine dell'estate, siamo costretti a tornare alla nostra vita di tutti i giorni, alla quotidianità dello studio o del lavoro.Inoltre, cosa da non sottovalutare, la pellicola di John Carney - ex musicista, membro del gruppo The Frames, il cui frontman era proprio Glen Hansard, scelto come protagonista dopo l'abbandono del progetto da parte di Cillian Murphy - racconta la musica dal suo interno, raccogliendo di fatto l'eredità dei già citati Commitments - dublinesi anche loro, e con Hansard stesso in formazione come chitarrista - e di tutti quei gruppi nati sulla strada - o quasi -, costruiti sui ritagli delle vite dei loro componenti e vissuti in equilibrio sottile sui sogni di un futuro migliore, che spesso passano attraverso l'incisione di demo e tracce che si spera possano un giorno diventare vere e proprie hit in salette di periferia - ottima la sequenza del weekend speso dai protagonisti per registrare il loro cd -.
Come se non bastasse, occorre riconoscere che i pezzi di Hansard sono uno più bello dell'altro, e la sua voce, unita a quella della Irglova, risulta struggente quanto basta per arrivare dritta al cuore in un'ottima serie di quelle che, proprio durante il mio viaggio in Irlanda di qualche anno fa, con il mio vecchio compare Emiliano definivamo senza dubbio "canzoni strappo".
Ma non c'è solo la musica, in Once: come giustamente direbbe il Rob di Alta fedeltà, il pop non esisterebbe senza l'amore e tutti i suoi risvolti, così Carney porta sullo schermo una storia non concretizzata eppure clamorosamente evidente, e attraverso il rapporto tra i due protagonisti costruisce una delle escalation più romantiche che mi sia capitato di vedere sul grande schermo negli ultimi anni, dal primo e goffo approccio di lui agli sguardi prima dei saluti, l'uno in partenza per Londra, l'altra decisa a fare un altro tentativo con il padre di sua figlia, in arrivo dalla Repubblica Ceca.
"Potremmo ascoltare il cd, o prenderci un caffè", dice lui.
"Ma finiremmo per scopare", risponde lei, "sarebbe bellissimo, ma senza seguito".
E la promessa di vedersi diviene una dichiarazione per tutto l'amore - e il sesso, perchè no - che non c'è stato e non ci sarà, eppure finirà per accompagnarli nella strada che la vita ha scelto con e per loro, consapevoli che la musica manterrà sempre saldo il legame che li ha portati, quasi per caso, ad incontrarsi in Grafton Street, nel cuore di Dublino, ed iniziare un percorso che, pur se non uno accanto all'altra, sarà tra i più importanti delle loro vite.
Un percorso degno di un pezzo memorabile.
Di quelli in grado di sollevarti da terra dalla felicità, oppure schiacciarti come un macigno ad ogni lacrima passata sul viso.
MrFord
"I don't know you
but I want you
all the more for that
words fall through me
and always fool me
and I can't react
and games that never amount
to more than they're meant
will play themselves out."Glen Hansard - "Falling slowly" -
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