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One on One: Kim Ki Duk in caduta libera

Creato il 27 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

E’ un universo di violenza quello creato nell’ultimo film di Kim Ki Duk che lo ha presentato in anteprima a Venezia alle Giornate degli Autori. Per una volta il titolo italiano è più calzante di quello inglese, Chi sono io? infatti rende meglio il dilemma alla base di One on One che mette in crisi il regista prima dei protagonisti del suo film.

Una giovane liceale OH Min-ju (un nome simbolico che in italiano significa Oh democrazia) viene brutalmente assassinata. Un gruppo di terroristi altamente addestrati, Le Ombre, decide di vendicare la sua morte e di rapire e torturare uno per uno i suoi sette assassini al fine di farli confessare. Ognuno di loro cederà alla tortura ammettendo su un foglio la propria colpa ma, pur sopravvivendo, quella violenza subita genererà in loro un profondo senso di inquietudine. Gli assassini scopriranno di non essere invincibili come credevano mentre i torturatori, che volevano combattere le storture dell’intero sistema, finiranno per farne parte. I deboli che eseguono gli ordini dei potenti non sono poi meno colpevoli di chi li ha comandati, sembra suggerire il regista. E’ davvero possibile una democrazia? Tuttavia, pur avendo il grande merito di non sbandierare la propria ideologia ma di eseguire piuttosto un’analisi socio-politica del mondo in cui viviamo, Kim Ki Duk pone tanti quesiti senza trovare alcuna risposta.

Kim Ki Duk - Venezia 2014

Si tratta, per sua stessa ammissione, del film più politico del regista coreano, evidentemente deluso dalla società in cui vive. In One on One è lampante come tutti i rapporti siano regolati dalla violenza e come non ci sia più spazio per quella poesia che aveva fatto innamorare gli spettatori di Ferro 3 o Primavera, Estate, Autunno, Inverno e… Kim Ki Duk è disilluso e questo si evince ad ogni inquadratura. La Corea del Nord è il termine di paragone per una Corea del Sud che, nonostante la ripresa economica, è afflitta dalla corruzione e da quella dittatura che continua a persistere con sembianze diverse. Se con Pietà, nonostante il Leone d’Oro, il suo pubblico aveva subdorato qualcosa di strano, con Moebius ne aveva avuto conferma. One on One è molto meglio del suo precedente lavoro, dove gli abusi sessuali e le mutilazioni genitali si sprecavano, ma è di fatto un film incompiuto.

Il finale non è risolutivo non soltanto perché il regista non ha una risposta alle domande che si pone ma soprattutto perché, almeno per chi scrive, sembra essere entrato in una vera e propria crisi creativa. Coloro che non l’hanno mai amato lo disprezzano ancor di più, i suoi amatori sono invece diventati i suoi detrattori. Ci auguriamo che questo grande regista ritrovi presto il modo di realizzare i film con quella fantasia, quel mistero e quella poesia ai quali ci aveva abituati. “Ci sono eventi scioccanti che accadono nella nostra società ogni giorno”, ha dichiarato Kim Ki Duk. “Penso di essere incluso in quegli eventi, grandi o piccoli. E significa dalle multe ai casi che hanno origine dall’avidità di denaro, onore, e potenza. Io, proprio io, non sono libero da tutto questo”.

One on One uscirà nelle nostre sale il 28 agosto 2014 in concomitanza con la presentazione veneziata, distribuito da Fil Rouge Media.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net


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