“Le cause della corruzione rampante nel settore pubblico sono da attribuirsi al letargico comportamento del governo sul controllo del crimine finanziario e della corruzione pubblica. Ciò riflette la mancanza di volontà e d’impegno da parte del governo e dei partiti politici per mantenere la legalità e il buon governo e degli istituti incaricati di combattere la corruzione”
Di che paese stiamo parlando?
Del Nepal che è finito in fondo all’annuale classifica stilata dall’organizzazione berlinese Transparency International, pubblicata oggi.
In South Asia, il Bhutan è il migliore punti 5.7, seguito da Sri Lanka 3.3, India 3.1, Bangladesh 2.7, Maldives 2.5, Pakistan 2.5, Nepal 2.2 and Afghanistan 1.5.
Nella classifica generale, New Zealand prende un bel 9.5, seguita da Finland and Denmark. Somalia and North Korea (nell’indice per la prima volta) finiscono in fondo con il punteggio di 1.0 .
Gli indici, nei loro limiti, raccolgono rapporti, investigazioni, statistiche fatte da diversi organi internazionali indipendenti.
In Nepal sono sotto processo una decina di funzionari di polizia, qualcuno dell’esercito (corruzione per gli approvvigionamenti nelle missione delle Nazioni Unite in Darfur), sette politici.
In Italia non ci siamo fatti mancare niente, noi abbiamo anche giudici, ministri, qualche prete.
Infatti siamo fra i peggiori in Occidente con il punteggio di 3,9 (piò o meno ai livelli dell’India della Cina, della Bulgaria).
La gente s’è ne accorta prima di TI, sia in Nepal che in Italia, incazzandosi fin troppo poco.