Mentre si lavora allo Sblocca Italia e si annuncia, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’apertura di oltre mille cantieri per fare ripartire il settore delle costruzioni, arriva anche la lista della vergogna con le opere pubbliche che non sono mai state completate o che, addirittura, sono già pronte e in attesa del taglio del nastro ma che non possono essere utilizzate per motivi economici e tecnici.
Stiamo parlando di quasi 700 cantieri (ma l’elenco è parziale e sicuramente non completo, mancando, ad esempio, i dati della Regione Calabria), che fotografano una situazione davvero sconcertante: contenziosi, mancanza di fondi, conflitti di competenze. Sono numerose le ragioni che impediscono la ripresa o la conclusione delle opere pubbliche in Italia. E la situazione è diffusa in tutto il Paese: da Nord a Sud, “isole comprese” come diceva Guido Angeli nella pubblicità di Aiazzone di qualche anno fa (giusto per rimanere nel campo degli scandali).
Facendo due conti, stiamo parlando di un valore in opere pubbliche mai fruite dalla collettività di circa quattro miliardi di euro: grossomodo la metà di quanto è servito al Governo Renzi per garantire la copertura finanziaria del Bonus IRPEF con gli 80 euro in busta paga per 10 milioni di lavoratori dipendenti.
A guidare la poco invidiabile classifica dei lavori “lasciati a metà” è la Regione Lazio con oltre 80 progetti in sospeso e dei quali allo stato attuale non si conoscono i tempi e i modi per il loro completamento. Secondo le stime, sarebbe necessario un quarto di miliardo di euro per tentare di concludere le opere incompiute.
Le isole maggiori occupano le altre due posizioni del “podio della vergogna” con la Sicilia che deve mettere a posto 67 cantieri fantasma e la Sardegna che la supera di un’unità: 68 opere pubbliche in coda. Complessivamente stiamo parlando di altri 120 milioni di euro da recuperare (e non si sa da dove).
Ma se il Sud piange, il Nord non ride. Veneto Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige presentano altre liste di “eterne incompiute”. Sono 25 i cantieri fermi nel Nord Est e nel Nord Ovest (per un totale di 50 opere pubbliche bloccate). La Lombardia ne conta 19, mentre in Trentino, la sola Provincia autonoma di Bolzano deve trovare le risorse per sbloccare ben 14 cantieri.
Tra le opere pubbliche incompiute di maggior impatto mediatico, c’è il palasport di Tor Vergata a Roma. Progettato dall’archistar Santiago Calatrava, la struttura è uno scheletro abbandonato a sé stesso
Ma di quali opere stiamo parlando? Non si tratta, per la maggior parte dei casi, di grandi infrastrutture o di mega progetti. Accanto agli esempi più eclatanti dal punto di vista mediatico (come, per esempio, il Palasport di Tor Vergata, progettato dall’archistar Santiago Calatrava, che sembra la classica “cattedrale nel deserto”) ci sono tantissimi esempi di opere pubbliche di media o piccola grandezza: dalla sistemazione dei canali e delle fognature (vitali per prevenire il dissesto idrogeologico) agli interventi di restauro e risanamento conservativo di teatri, cinema e impianti sportivi; dalla realizzazione di piste ciclabili alla costruzione di residenze per disabili e per l’edilizia popolare pubblica.