“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Allora, mi sono appena puppata due ore di “confronto” tra i candidati alle primarie del centrosinistra. Su youtube, perché sono all’estero. E comunque manco a casa c’avevo sky. Sono all’estero, e non andrò a votare alle primarie. Primo, perché alla sinistra piace sempre semplificare molto la vita dei propri elettori (se penso che potrebbero usare le stesse tecniche per migliorare la burocrazia in Italia mi sale l’ansia!). Secondo perché, anche se fossi in Italia, nessuno di loro mi ha davvero convinto.
La politica in Italia è come Beautiful, una grande soap. Anche se ti perdi qualche puntata, quando ritornerai a occupartene ci saranno sempre Stephanie, Ridge e Brooke in primo piano. La politica in Italia vive di una realtà che non esiste nella realtà. E si nutre di un linguaggio retorico col quale manipola le menti degli spettatori da casa. Stendiamo un velo pietoso sulla scelta del “contenitore” del dibattito, che se sentivi la voce fuori campo all’inizio e le urla dagli spalti potevi benissimo scambiarla per una puntata di Furore (mitici anni 90) o Chi vuol essere milionario (con lo sfondo di xFactor).
Insomma, talvolta questa specie di democrazia-ad-ogni-costo che la pseudo-sinistra italiana vuole ostentare, oltre che essere del tutto improduttiva, rischia di diventare ridicola. A me questa storia delle primarie, sarò anche impopolare, ma non mi convince molto. O meglio, messa così, non mi convince affatto. Questa pseudo-coalizione infatti non sta chiedendo ai suoi elettori “quale pensate che sia il candidato migliore?” Ma sta chiedendo “che programma volete che portiamo avanti per questo nostro paese allo sfascio? Cioè noi che siamo, di professione, politici e parliamo il politichese, non sappiamo più che pesci prendere, quindi, vi diamo un po’ di alternative, con qualche sfumatura, vediamo la vostra reazione, e da lì decidiamo quali cazzate raccontarvi nei prossimi mesi per distrarvi dai problemi reali del paese, che non riusciamo a risolvere.”
Così funziona il sistema mediatico: te ne sparo una grossissima così tutti si occupano di questa cazzata. Intanto succede che ragazzini si suicidano perchè insultati per essere gay (e il parlamento non approva ancora una legge contro l’omofobia!); che per un concorso pubblico con prove che durano da un anno, esca la graduatoria dei 1800 vincitori, ma esca con una nota del ministero della difesa che specifica che, sì, questi sono i vincitori da bando, ma visto che non ci sono i fondi, facciamo che vincono solo i primi 200 e gli altri 1600 (che per un anno si sono preparati, hanno sostenuto le prove e molte spese, e hanno di fatto vinto) se ne tornano a casa: “ritenta, sarai più fortunato!” (e nessuno ne parla!); succede che la scuola in Italia cade a pezzi, non solo metaforicamente, ma proprio letteralmente; succede persino che volino fumogeni da un palazzo del governo su un corteo di ragazzi che protesta, ma non si sa bene chi si sia intrufolato nel palazzo protetto dalle forze armate, e abbia lanciato dalla stanza del segretario dei fumogeni non in dotazione. Probabilmente i no-tav, o i comunisti, o i loony-tunes…
E questi nel confronto narcolettico parlano di alleanze, di patti di stabilità, di fondi ai partiti. Non voglio fare la populista. Nemmeno la demagoga (sono le parole che vanno di moda, dopo spread e choosy) ma questi dove vivono? Cioè il loro tentativo di intortarci è davvero notevole, e la pressione psicologica da “devi scegliere il meno peggio” mi ha ricordato gli insegnamenti della telefonista de “Il mondo deve sapere” di Michela Murgia. Nel telefucking, come lo chiama Camilla, devi bombardare la casalinga di informazioni sensazionalistiche, e, senza darle il tempo di rifletterle, “allora signora veniamo a casa sua stasera alle 22.30 o domani mattina alle 7.45?”, in modo che la risposta No, mai! non venga neanche concepita dalla povera donna.
La politica italiana è un po’ così: tagliamo tutti i fondi alle borse di studio, all’istruzione pubblica e alla ricerca, #oppure tagliamo sull’assistenza ai malati di sla, #oppure tagliamo sui giovani meritevoli che hanno vinto un concorso, #oppure tagliamo sulle pensioni o su un’altra serie di cose fondamentali per la crescita economica di un paese… e ti bombardano di informazioni talmente allucinanti, che a forza di trovarci un senso, smetti di pensare con la tua testa, di estraniarti un attimo e rispondere: no, cazzo, #oppure tagliati il tuo cazzo di stipendio e i tuoi privilegi infondati!
#Oppure Basta! Oppure io ho 25 anni, io la tua crisi del K non te la pago, perchè io neanche c’ero quando vi siete mangiati tutti i fondi per le mie borse di studio, per il wellfare, per la maternità dei figli che non potrò crescere perché non avrò mai un K di lavoro stabile! #Oppure io non lo voglio un debito pubblico che mi perseguita dalla nascita (nel 2011 eravamo a quota 31.000€ pro capite alla nascita!), io non l’ho chiesto e non te lo pago il tuo debito del K, alle tue banche del K!
A volte penso alle grandi rivoluzioni del passato, e mi chiedo cosa abbia spinto la gente ad arrivare a lottare e a perdere la vita per ribellarsi, per dire basta! Insomma fin dove dobbiamo arrivare per smettere di smanettare dietro i nostri schermi retina e ritornare in strada a buttare giù dalle poltrone ‘sti pseudo-politici? Cosa ci devono togliere ancora per renderci conto che ci hanno già fregati? Quando torneremo ad essere arrabbiati, a non giustificare, a non relativizzare sempre tutto?
Io la soluzione a questa crisi non ce l’ho. Ma penso che questo sistema non potrà durare ancora a lungo. Penso che una crescita che punta all’infinito, in un mondo finito, a rigor di logica, prima o poi collassa. Penso che ai nostri politici, in fondo, non freghi neanche più di tanto, perchè probabilmente quando il sistema collasserà, saranno tutti morti. E comunque questo sistema l’hanno inventato loro, l’hanno alimentato per decenni, ora non ce la fanno proprio e concepirne uno nuovo, diverso, che abbia davvero qualche speranza di cambiare le cose.
Io la soluzione a questa crisi non ce l’ho. Ma non credo che un ex-democristiano centrista o un nonno-Bersani possano rinnovare la politica in Italia. Quanto a Vendola, mi è sempre piaciuto molto, e sarebbe un gran passo avanti a livello di visibilità del nostro paese all’estero e di diritti civili, ma… cosa sta proponendo? Una campagna ad personam dove lui sembra proporsi come l’alternativa a tutti i mali del mondo?! È vero che la Puglia ha fatto molti passi avanti, nonostante tutto, in questi anni, è vero anche che la poesia è nei fatti. Ma i fatti, dove sono? Renzi? mi sembra un giovane arrivista, che fa il “giovane che capisce i giovani”, e sicuramente c’è del vero, ma… col culo parato chiunque può dire qualsiasi cosa. E questa povera Puppato, ultima candidatasi, unica donna di tutte le primarie, pare super efficiente nelle passate esperienze… come mai allora nessuno la caga? Perché in Italia funziona così: apparenza e mai sostanza. Forse le donne salveranno il mondo, forse è solo uguale agli altri.
Il candidato ideale per questa sinistra dovrebbe essere una donna, gay, giovane, ma con esperienza, imprenditrice e precaria dipendente, con figli ma favorevole alle adozioni per le coppie omosessuali, contro i costi della politica, ma che riesca a tenere insieme la coalizione della casta, escludendo Casini, ma restando aperta a collaborazioni future…Questa sinistra non impara mai… Ma se non dovessero riuscire a vincere neanche questa volta (con qualsiasi candidato) le elezioni, nonostante la situazione italiana, altro che rivoluzione, dovremmo iniziare a ripensare seriamente al feudalesimo!
Ultima rima. Per i grandiScongiuro contro il nazismo futuro
Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla, bisogna fare pace
Ma che essere cattivi poi conviene
Più si grida, più si offende e più si piace
Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola
E che la scuola com’è non serve a niente
Gli abbiamo detto che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro
La vita è adesso, basta allungar la mano
Gli abbiamo detto che non c’è più lavoro
E quella mano la allungheranno invano
Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato
Puoi baciare maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto che se non sei sposato
Ci son diritti di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto che l’aria è avvelenata
Perché tutti vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c’è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo che la rabbia dei bambini
Non ci presenti un conto troppo duro
(Bruno Tognolini)
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