Ormai credo che tutti dovrebbero accorgersene del peggioramento della condizione femminile che sta avvenendo nel nostro Paese sotto gli occhi di tutti.
Berlusconi si costruisce un harem di donne e tra gli scandali generali, i mass media continuano a trattare il fatto come una cosa privata, difendono il Premier e criminalizzano le donne, dividendole ancora tra sante e puttane
Questa divisione non fa altro che legittimare questa mercificazione dei nostri corpi, ridotti perennemente ad oggetto di scambio.
Al dibattito in televisione, hanno preso la parola molte donne, che per questione di dignità hanno preferito scagliare il dito contro le donne di Berlusconi, anzichè contro un uomo che continua a trattarci come merce di scambio.
Continuo a chiedermi perchè la dignità femminile debba dipendere ancora dalla moralità sessuale di una ragazza.
Un Paese dove una ragazza minorenne deve difendersi contro delle voci che continuano a criminalizzarla non è un paese civile, ma è un paese arcaico e maschilista ( e ricordiamo che Ruby è vittima di un maschilismo che arrivò a violentarla all’età di nove anni, privandola dell’innocenza e che la costrinse a stare in silenzio come se lei fosse colpevole).
In rete c’è qualcuno che per fortuna si muove. Su Facebook hanno lanciato un gruppo “Le nostre figlie non sono in vendita e nemmeno noi!” Il gruppo Facebook insieme alla petizione on line sono due modi per dire basta a questo utilizzo tipicamente italiano della donna come un oggetto.
Certo, perchè in Italia ormai veniamo percepite come oggetti. Da una parte ti criminalizzano e dall’altra promuovono l’idea della donna-oggetto, che viene addirittura dagli stessi padri di famiglia che vorrebbero vedere le loro figlie alla mercè degli uomini di potere.
Io credo che le donne andrebbero valorizzate come persone e questo il nostro Paese non lo fa. Il nostro Governo anzichè dare spazio alle donne in politica e nella società, le relega a fare il bunga bunga (per non dire altro) nei suoi festini squallidi.
Anche l’UDI prende posizione dopo questi fatti, pubblicando un post dal titolo Di fronte allo squallore , il quale afferma che “libertà è prima di tutto responsabilità verso se stesse e verso le altre. È arrivato il momento per noi di dire alle donne che non siamo responsabili tutte allo stesso modo della rappresentazione del genere” , aprendo una discussione per parlare di cosa stia accadendo alle donne dopo anni di lotta.
C’è chi ribadisce la necessità di fare una rivoluzione, contro un Paese che tratta le donne come oggetti e poi le criminalizza .
Le donne dell’opposizione, lanciano campagne dandosi appuntamento per manifestare il proprio dissappunto. Altre donne organizzano sit-in in tutta Italia, appendono striscioni alle loro finestre e tante altre azioni. E’ la prima volta.
Forse le donne stanno uscendo allo scoperto ma non mi sembra una presa di posizione molto decisa e compatta. Speriamo. Non possiamo tollerare questo. Piano piano stiamo tornando ad uscire dalla vita pubblica per essere riportate dentro le mura domestiche o a soddisfare sessualmente i potenti, come in antica Grecia.
Svegliamoci per favore.