sono stata al barino dove si va sempre a prendere il caffè.
come tutti i giorni la televisione troneggiava accesa sul trespolo del potere.
come tutti i giorni era accesa su studio aperto.
e, si badi bene, è su studio aperto anche la televisione del barino all’altro angolo del quartiere.
e, si badi bene, siamo a firenze, non a milano due.
in ogni caso c’era studio aperto.
stavolta non col caso di avetrana, non con le gemelline scomparse, né col solito servizio sul caldo d’estate, bere tanto e mangiare frutta e verdura, il freddo d’inverno, le mete sciistiche più schic, o le allergie di primavera.
no.
oggi, mentre ordinavamo il caffè, c’è toccato sorbirci un tizio che, all’ora di pranzo, in tutti i barini di firenze, ci spiegava come mai la riforma della giustizia era un bene per tutti gli italiani e come mai berlusconi fosse un perseguitato.
e mi sono incazzata come una biscia.
e ho detto a voce alta: “ma è possibile che da tutte le parti ci tocca rimbambirci il cervello con questa diavolo di televisione che ci ripete la stessa scemenza mille volte?”
il barista mi ha guardato sconcertato e il mio collega pure.
ma ho deciso che ogni volta che entro in un locale pubblico e becco studio aperto rompo le scatole.
quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare e io mi sono davvero rotta di beccarmi italia uno.
chi guarda studio aperto avvelena anche te, digli di smettere!