Magazine Opinioni
Il governo Monti sta studiando la mossa definitiva per il risanamento dell'economia italiana: la riforma liberale della malavita, fin qui sfuggita a ogni modernizzazione.
Cambio della guardia La classe dirigente mafiosa, formata in prevalenza da vecchi buzzurri semianalfabeti che vivono in canottiera nascosti negli ovili, non è più presentabile, e verrà dunque sostituita da boss tecnici, in grado di rappresentarci in Europa senza farci vergognare. Telecamere nascoste hanno ripreso un summit segreto nel quale il nuovo commissario alla 'ndrangheta spiega ai boss come si mangia con le posate e comunica, in perfetto inglese, le nuove disposizioni sul traffico di droga e sul calcio-scommesse. I boss non capiscono una parola ma annuiscono per non sfigurare. Toccante la sequenza nella quale l'anziano padrino Imperipoti, in segno di collaborazione, accetta di togliere dal centro della tavola la testa mozza del rivale.
Semplificazione Le principali famiglie mafiose di Palermo sono state esautorate. Giovani quadri bocconiani stanno razionalizzando il settore. La riscossione del pizzo, che impiegava migliaia di estorsori dequalificati, è ora effettuata con un personale ridotto a un terzo, altamente professionale. "Prima andavano in sette o otto in ogni negozio", spiega una fonte governativa riservata, "e gridavano tutti insieme gesticolando. Alcuni erano così idioti che spendevano i soldi del pizzo, appena incassati, nello stesso negozio, per il puro gusto di sembrare facoltosi clienti. Da quando ci siamo noi, basta un solo estorsore per controllare un'intera via, e gli resta anche il tempo per un paio di rapine nei negozi del quartiere accanto".
Meritocrazia Gli incapaci assunti solo perché parenti: che prezzo hanno dovuto pagare, le mafie italiane, alla piaga del familismo? L'ultimo scandalo, a Platì, ha avuto per protagonista il nipote del boss Papiroti: incaricato di scavare un covo sotto la villetta di famiglia, è entrato con la ruspa in soggiorno distruggendo la casa. D'ora in poi si potrà entrare nelle cosche e nelle 'ndrine solo con regolare concorso. Due anni di praticantato presso una famiglia malavitosa nel Casertano o nell'hinterland milanese, oppure un Erasmus in Colombia o in Messico, precederanno l'abilitazione professionale vera e propria. "Non possiamo più permetterci", si legge in uno studio riservato di Bankitalia, "che un comparto da 150 miliardi di euro all'anno sia gestito da cialtroni che parlano come le comparse di Gomorra e spendono metà del fatturato per comperarsi Rolex
grossi come sveglie".
Stile
La sobrietà e l'understatement del nuovo governo stanno contagiando, come in un circolo virtuoso, anche i malavitosi. Il boss Salvio Crapoloni, che nei summit della malavita mondiale raccontava barzellette volgarissime e posava nelle foto di gruppo mostrando scherzosamente i genitali, è ormai ritenuto impresentabile anche dai suoi parenti stretti, che l'hanno rinchiuso per sempre nell'ovile di famiglia sulle Madonie.
Stretta fiscale Il blitz della Guardia di Finanza nei covi della Locride ha dato i suoi frutti: le partite di cocaina vendute con lo scontrino fiscale sono improvvisamente triplicate, e un paio di vecchi rapimenti sono stati finalmente messi in regola emettendo regolare fattura. "La vergogna dei rapiti rilasciati in nero è ormai alle nostre spalle", ha commentato con soddisfazione il presidente della Confsequestri calabrese.
Liberalizzazioni La licenza per aprire una cosca o una 'ndrina non può più essere appannaggio di pochi fortunati. Da oggi bastano l'autocertificazione e una marca da bollo da 40 euro, e ogni cittadino, purché non incensurato, può aprire la sua attività malavitosa. Grandi benefici previsti per i consumatori: grazie alla concorrenza, le tariffe del pizzo dovrebbero scendere almeno del 20 per cento e il prezzo della cocaina sarà finalmente alla portata anche dei calciatori delle serie inferiori.
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