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Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Da qualche settimana Parigi è  tappezzata da giganteschi poster che pubblicizzano la bevanda Orangina e che turbano completamente la mia serenità.

Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire
Si tratta di immagini a mio parere di un sessismo bieco, superficiale e quel che è peggio credo consapevolmente divertito: come potete vedere i protagonisti delle immagini sono principalmente animali (neanche loro vengono lasciati in pace da questa società malata!) rappresentanti tutte le iconografie e gli stereotipi sessisti possibili immaginabili. Direi che ne esce fuori un manuale iconografico dell’orrore! Il poster pubblicitario che incontro più spesso lungo i miei tragitti è una giraffa sexy, tacchi costumino e reggiseno cadente che lascia ben vedere un seno da maggiorata, seduta sulle ginocchia di un vecchio.  Non ho trovato un’immagine scaricabile ma la potete vedere nell’interessante post di questo blog, che peraltro mostra anche il processo creativo pubblicitario.  Cercando quell’immagine, sempre nello stesso articolo, ho trovato questo video, uno spot Orangina a dir poco disgustoso ed offensivo, guardate qui se proprio avete voglia di avvilirvi. Tra l’altro lo spot è in piena sintonia con lo stereotipo donne sexy e motori e la fantasia erotica da autolavaggio a cui proprio ieri la nostra mandarinameccanica ha dedicato un post.

In realtà ho visto che Orangina da molti anni ha adottato la strategia pubblicitaria del bestiario sexy senza che nessuno sia riuscito a fermarla, nonostante le molteplici movimentazioni. Pare che le vendite siano addirittura aumentate, permettendo al marchio una maggiore visibilità (nel bene e nel male) per poter competere con le più storicamente celebri bevande estive.

Le varie pubblicità che ho trovato vanno dal 2007 ad oggi e  presentano tutte caratteristiche comuni.

La serie degli animali femmina (la lingua italiana è s

Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire
essista, perchè non posso dire animale? ) si ispira ad immagini di Pin-up, ma guardate un po’come: troviamo la sexy-cavalla maggiorata cowboy, la sexy gheparda ammiccante che si lecca la spalla in porno-style, la sexy tigrotta,  zebre, polipi con calze a rete,  non viene risparmiato quasi nessun animale del creato, (c’è persino un povero cactus antropomorfo in giarrettiere!) ………mi verrebbe da dire: solo non si vedono i due leocorni!
Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire

Questi pubblicitari sono anche ignoranti perché strumentalizzano persino la figura della geisha come si trattasse univocamente di una prostituta quando in realtà questo ragionamento è frutto di una semplificazione tutta occidentale. Tra l’altro non poteva non essere una gatta no? E via di stereotipi…..

Mesi fa mi era capitato di vedere qui e là in qualche brasserie o bar una cartolina, una locandina abbandonata al frigo-bevande, mi ero illusa che il tam tam delle associazioni e blogger qui così attive avesse fatto sparire dalla faccia della terra questa carrellata di animali violati e caricaturati, ma mi sbagliavo. Da due settimane circa vengo, come tutti gli altri cittadini della capitale francese e di chissà quante altre città, letteralmente aggredita dal ritorno di queste mostruosità che mi tendono agguati  in metro, per la strada…ovunque!

Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire
Queste immagini compongono indubbiamente un bestiario sessista pieno di allusioni di pessimo gusto e non riesco a capacitarmi di come possa essere legale diffonderle e costringere anche bambini ed adolescenti a osservarle (i poster nelle metro sono davvero delle enormità, non puoi fare a meno di esserne attirato, ricoprono intere pareti!). Non so se l’Orangina abbia promosso la medesima campagna pubblicitaria anche in Italia o nel resto d’Europa, voi ne sapete qualcosa?

Tra l’altro anche le immagini maschili della campagna pubblicitaria sono stereotipate, sexy-orsi palestrati e machi ostentano eccessiva virilità,  Galletti super-eroe trasudanti ormoni e appetito sessuale, ma in ogni caso seppur stereotipati le loro anatomie non vengono caricate come quelle delle figure femminili, descritte decisamente più come troie, donne sessualmente disponibili, corpi esposti e non pin-up artisticamente interessanti come vorrebbero farci credere!

Tra l’altro lo stereotipo sta anche nella scelta degli animali, se l’orsa fosse stata una figura femminile tenera o un orso-uomo simpatico, oppure  un uomo-cavallo anche virile ma non volgarizzato non avrei visto nulla di male. Ma orso e gallo come animali simbolo della forza e del predominio maschile (predominio soprattutto il gallo che governa il pollaio!) e sexy tigrotte pronte a fare la lap dance non lasciano veramente spazio a salvifiche alternative interpretative!

Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire
Orangina: lo zoo sessista e stereotipi a non finire

Navigando nel mare magnum del web sono inoltre inciampata su numerosi video, fra cui questo , spot sempre della medesima Orangina criticato e ritirato dalla Francia perché troppo allusivo ad un rapporto omosessuale! Ma vi rendete conto? Le città sono tappezzate di animali-femminili trasformati in puttane e troie da circo e hanno ritirato uno spot per paura che fosse gender-friendly?

Per fortuna oggi leggo sui giornali che a New York sono state legalizzate le unioni di persone dello stesso sesso  e questo sinceramente mi riempie di gioia (guardate come titola il New York Times oggi), riuscendo a farmi dimenticare per un attimo questi poveri animali conciati, loro malgrado, per le feste



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