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Orbital di Sylvain Runberg e Serge Pellé: la space opera a fumetti

Creato il 21 maggio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Orbital, serie a fumetti franco-belga, scritta da Sylvain Runberg con disegni di Serge Pellé, rientra a pieno titolo nel filone fantascientifico della Space Opera, caratterizzato da temi quali avventura, viaggi interstellari e battaglie spaziali sullo sfondo di immensi universi abitati.
L’opera unisce intrighi e avventura all’interno di uno scenario galattico, abitato da centinaia di razze aliene, collocato temporalmente alla fine del XXIII secolo e rientra in quella tradizione di bd fantascientifica che è uno dei canoni storici del fumetto d’oltralpe.

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Orbital è una stazione spaziale, base del personale dell’ODI, Organizzazione Diplomatica Intermondiale,  che grazie  a una tecnologia basata sui più recenti progressi della fisica quantistica, è ubicata per motivi di sicurezza in un altro piano dimensionale rispetto a quello dell’universo ordinario. Il compito degli agenti dell’ODI è quello di preservare i buoni rapporti all’interno di una confederazione galattica, esistente da 8.000 anni, composta da 781 razze, nella quale gli umani sono stati gli ultimi ad arrivare e non sono visti di buon occhio, spesso considerati primitivi e pericolosi, anche a causa dei loro comportamenti violenti nei confronti delle altre razze confederate.

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La serie è composta di dittici, coppie di racconti che  formano una storia completa relativa a una missione dei due protagonisti principali, l’agente terrestre Caleb Swany, primo essere umano con un ruolo diplomatico all’interno dell’ODI e il suo compagno Mézoké Izzua della razza Sandjar. Poiché questi e gli esseri umani sono stati in guerra fino a pochi anni prima, in un conflitto causato dai terrestri che ha quasi portato all’estinzione della razza aliena, la nuova coppia di agenti ha un valore simbolico, quello della riconciliazione, che ben si sposa con i fini diplomatici dell’organizzazione.
I dittici sono imbastiti su una trama principale sulla quale si sviluppano i destini dei diversi personaggi e nel volume dal titolo “Cicatrici”, che Renoir presenta sul mercato italiano, è raccolta la prima coppia di storie.

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Orbital  può essere facilmente paragonata a un’altra famosa serie del fumetto d’oltralpe, quella degli agenti spazio-temporali Valerian e Laureline, ideata da Pierre Christin e Jean-Claude Mézières e pubblicata in Francia a partire dal 1967 fino al 2010. Tra le due opere si riscontrano affinità nei paesaggi e nelle atmosfere delle storie, oltre naturalmente alla coppia di protagonisti, con la differenza che l’ufficiale che accompagna Caleb Swany è una misteriosa creatura aliena non identificata sessualmente, seppur dall’aspetto chiaramente femminile, almeno per i canoni umani.

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Il tono generale di Orbital è però più duro rispetto a quello di Valerian e l’universo creato da Pellé e Runberg è più oscuro, più realistico, con storie rivolte a una riflessione geopolitica piuttosto che a una satira sociale.
La serie ricorda molto da vicino anche una serie televisiva ideata da J. M. Straczinsky , Babylon 5,  che presenta le vicende che si sviluppano all’interno di una stazione orbitale crocevia galattico multirazziale, toccando temi come razzismo, tolleranza e tentativi di convivenza pacifica tra razze e culture aliene diverse. 
Ma l’ispirazione più forte nella creazione del mondo di Orbital in realtà arriva da un’opera letteraria, il Ciclo della Cultura dello scrittore scozzese Iain M. Banks, che ha creato il grandioso affresco di una immensa società galattica, con proprie regole sociali, morali, etiche, religiose ed economiche.

Orbital mescola sapientemente sequenze di azione a parti più riflessive, legate a aspetti di riflessione politica o razziale. Così la parte finale di Cicatrici è un susseguirsi di tavole di azione serrata che portano la vicenda alla chiusura, lasciando tuttavia in sospeso una serie di interrogativi che fanno parte della trama orizzontale che si svilupperà nei  capitoli successivi.

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Runberg mette in scena attraverso i personaggi e le loro caratteristiche psicologiche il tipo di mondi e culture a cui essi appartengono, i loro ruoli specifici nella storia, le loro evoluzioni e attraverso le loro azioni e interazioni dà vita a un universo variegato e complesso.

Il mondo di fantasia creato in Orbital è spesso ispirato dalla realtà nella definizione dei suoi principi fondamentali: la politica, l’ambiente sociale e il razzismo sono serviti allo scrittore per creare la cornice portante della storia.
La metafora dell’immigrazione è altresì evidente nella storia e Runberg chiaramente affonda le radici delle proprie idee nella storia recente della Francia, che per tutto il XX secolo ha affrontato flussi migratori e richieste di affermazione di specificità culturali da parte delle più svariate nazionalità ed etnie che hanno spesso portato a scontri all’interno della società d’Oltralpe.

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Da un punto di vista grafico, il disegnatore Serge Pellé sembra basare la sua tecnica su uno schizzo disegnato a matita e poi rifinito con una mescolanza di vari tipi di colorazione, dal pennarello alla pittura acrilica, passando per i pastelli ad olio fino all’uso, seppur molto limitato, del computer.
Da questo approccio nascono tavole efficaci da un punto di vista visivo, con uno stile che, nella creazione dei mondi alieni, delle astronavi e delle caratteristiche morfologiche e somatiche delle varie razze, richiama autori quali Bilal, Moebius e Juan Gimenez.
Pellé non si limita tuttavia alla ricerca dell’impatto visuale gratuito, ma riesce a dare consistenza, varietà e profondità all’universo pensato da Runberg, formato da centinaia di pianeti ognuno con proprie caratteristiche perfettamente rese dal disegnatore nella loro “alienità”.

Abbiamo parlato di:
Orbital – Cicatrici
Sylvain Runberg,  Serge Pellé
Renoir Comics, 2012
112 pagine, brossurato, colori – € 12,00
ISBN-13: 978-8865670453

 

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