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Ore di transito

Creato il 29 dicembre 2011 da Unarosaverde

Quattro giorni strani, questi appesi tra Santo Stefano e fine anno.

Ore occupate da trascorrere al lavoro, con l’azienda semivuota, perché noi siamo quelli che chiudono le attività dell’anno. Esercizi di pazienza e attesa.

Ore libere da incastrare per salutare amici, fare con loro quattro passi appena possibile, chiacchierando per scaldarsi, o scrivere email nella quiete della mia stanza che profuma, come ogni dicembre, di cannella, anice e chiodi di garofano. Caldo di calorifero e spezie.

Ore ritagliate per finire di leggere un libro e poi portarlo via con me, nei pensieri, e lasciare che le sue parole decantino e si fissino nella memoria. Conversazioni mentali con persone mai conosciute, morte da tempo eppure stranamente reali.

Ore lunghe di sonno che non bastano mai, tra sveglie che suonano alle sei e finestre che si spalancano sulla brina bianca del mattino. Freddo che sveglia, tra i brividi, mentre scende il caffè e il succo di tre arance rosse riempie un bicchiere.

La borsa è pronta da giorni, piccola, compatta, leggera. Io sono pronta da molto più tempo.

E queste ore di transito mi rendono insofferente, inquieta, distratta.


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