Il sindaco Oreste Perri ha un suo stile e un modo di fare personale, che ha volte lascia sorpresi: sembra l’onesto ostaggio di un potere esterno al Comune, un sindaco che vorrebbe fare molto di più per i cremonesi in un periodo molto difficile, eppure per tanti motivi, dai tagli dei finanziamenti statali alle norme che paralizzano la capacità d’investimento degli enti locali, ha le mani legate.
Al primo cittadino capita anche d’incappare in strane circostanze, come la mozione Schifano (Italia dei Valori) che chiedeva al Comune una serie di iniziative contro l’usura e le infiltrazioni della criminalità organizzata: lui, il sindaco, vuole che si voti sì, ma viene fermato. E il leader della maggioranza va in minoranza.
Ma come? Lei è il sindaco!
“Sono il sindaco ma non il duce – ribatte Perri, raggiunto telefonicamente – La mozione poteva essere accolta ma quando parte di una coalizione a volte devi adattarti. A me piace condividere le decisioni con la maggioranza. Schifano ha anche cambiato il testo come gli avevamo chiesto”. Ma il centrodestra poi ha votato contro, lasciando sorpreso e deluso Schifano, che fra l’altro chiedeva al Comune la costituzione parte civile in caso di processo per reati d’usura e di mafia. Probabilmente la maggioranza della maggioranza avrà visto il pericolo di porre un precedente che poteva essere utilizzato poi dall’opposizione nel caso del processo Tamoil. Così il voto d’astensione ha respinto le proposte di Schifano, che non avevano contenuti politicamente ostili ad alcuna parte politica. Si trattava di misure generali. Per altri, come Federico Fasani, capogruppo del Pdl, troppo generali: il Comune avrebbe finito per sovrapporsi a quanto già fanno lo Stato e la scuola nella sua autonomia e per i programmi ministeriali.
Così Oreste Perri si trova a ricordare che non esistono processi, che nessuno è accusato di mafia o usura oggi in tribunale, come aveva dichiarato nel penultimo consiglio comunale. Poi il sindaco aggiunge qualche considerazione sulla difficoltà di governare la maggioranza:
“Non è una maggioranza bulgara: c’è un gruppo misto, una lista civica, il Pdl, è una maggioranza difficile da gestire. Nel confronto sempre aperto, poi, ognuno ha la possibilità di metterci del suo e a volte capitano anche scontri interni. Ma è nell’interesse generale che ci si confronta. Non voglio quindi impormi: ascolto volentieri. Poi le scelte dipendono dalle motivazioni: alcune sono border-line, né del tutto giuste né del tutto sbagliate. E fra qualche mese una decisione presa può non essere più adeguata“.
Il sindaco può ben temere che prima o poi spunti un processo per mafia o usura a Cremona e al Comune si riproponga la drammatica domanda del caso Tamoil: costituirsi parte civile o no?
Oreste Perri parla con un certo imbarazzo del bilancio e dell’aumento delle tasse. Si capisce che non avrebbe voluto, e che avrebbe voglia di dire: “Entro agosto lo modifichiamo”. Purtroppo però gli è capitata la situazione peggiore “che possa succedere a un sindaco da cinquantanni”. Un disastro. Perri allora spera che finalmente “si cominci a parlare di sviluppo e di lavoro“.
Molto è cambiato dai tempi in cui i consiglieri di maggioranza chiedevano maggiore partecipazione. Ma Oreste Perri vorrebbe che si facesse di più per il lavoro e lo sviluppo.
(p.s.: sottolineature mie)
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