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Orfani #3-4-5

Creato il 15 marzo 2014 da Narratore @Narratore74

Orfani-a-ottobre-la-nuova-mini-serie-a-fumetti-della-Bonelli_h_partbE dire che lo sapevo.
Avevo detto che probabilmente non avrei continuato la lettura di questo fumetto e, da bravo contradditore quale sono, eccomi qua, ormai arrivato al quinto volume.
Perché si sa, mai fare dichiarazioni che poi non si possono mantenere.

Comunque, visto che ci siamo, vediamo di parlare degli ultimi tre numeri di quella che, al suo lancio, era stata definita “la serie che rilancerà la fantascienza a fumetti in Italia”.
Ecco, forse io avrei puntato un po’ più in basso, ma tant’è, quindi.
Una recensione tripla, non per poca voglia ma perché, a conti fatti, in ogni volumetto non c’è abbastanza materiale per poterne parlare singolarmente.

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La struttura di base è ormai confermata: ogni volume si occupa di raccontare la storia di uno dei cosiddetti “Orfani”, sostanzialmente divisa in due parti. Prima la loro giovinezza, con la fase di addestramento in una base militare che ricorda molto le pratiche naziste.
Non vai bene? Vieni eliminato.
Pesti a sangue i tuoi compagni, fregandotene del rispetto e della lealtà? Ottimo!
La seconda, invece, ci catapulta sul pianeta degli alieni cattivoni, quelli che sembra abbiano attaccato la terra uccidendo un sacco di brave persone, con assalti, bombardamenti, pezze interiori e via dicendo. Senza tralasciare la cospirazione e i raggiri politici, che si sa, nel nostro paese non possono certo mancare.
E così via per ogni numero, fino ad ora.
Un meccanismo che trovo semplice da gestire e confortevole per chi legge, ma che da una bella botta all’originalità e all’immedesimazione. Difficile stupirsi quando si sa già come andranno le cose, no?

I disegni sono sempre eccellenti, così come la colorazione. Meno entusiastico il giudizio sulla trama, che trovo banalotta e molto scontata.
Senza considerare che il materiale inserito nei tre volumi suddetti, se fossimo alle prese con una narrazione tipica delle graphic novel, starebbe tutto nelle prime venti pagine.

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Ed è questo il problema maggiore di Orfani, almeno fino a questo punto: troppo lineare, troppo dispersivo e per nulla originale.
Difficile credere alla teoria degli alieni cattivi, quando questi attaccano solo dopo essere stati provocati (provate voi a non incazzarvi come puma se vi bombardano la vostra città).
I personaggi sembrano usciti da una fiction per quanto sono stereotipati. c’è la bella, cazzuta e saggia. Il capo grosso, duro e dolce allo stesso tempo. La “bambina” che necessita protezione e il silenzioso, entrato a far parte del gruppo da estraneo, che finisce per isolarsi e fare, indovinate cosa… ovvio, il cecchino!
Ah, sì, c’è anche il rabbioso ma tenero, che però si perde sul pianeta e viene dato per morto. Ma la regola la conoscete tutti, vero?
Se non viene mostrato il cadavere sicuramente non sarà morto.
Tristezza…

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Credo che per certi versi sia una novità in campo fumettistico per il nostro paese, dove non è facile trovare storie che hanno una sequenzialità nello svolgersi degli eventi e non un ripetersi delle stesse situazioni come una discreta sit-com, ma questo non basta a rendere Orfani un prodotto mediocre, che avrebbe avuto bisogno di una sceneggiatura molto più arguta per distinguersi nella massa.
Ho letto storie di Nathan Never che da sole battono i primi cinque volumi di Orfani ad occhi chiusi…

Insomma, un fumetto all’italiana, con tutti i difetti che questo comporta. Difetti che si potevano evitare, o si possono evitare visto che il tempo per migliorare c’è (anche se dubito che ormai possa raccogliere altri lettori, dopo un esordio così stentato) ma dobbiamo crederci?
I rari guizzi creativi che si trovano in giro per gli albi (perché ogni tanto ci sono, pochi ma ci sono) non riescono a sollevare dalla mediocrità quello che, sulla carta, aveva tutte le possibilità di essere qualcosa di nuovo.
Certo, non mi sarei aspettato una cura come quella trovata in Gea, per esempio, ma la delusione di trovarsi di fronte ad una partita giocata molto male c’è.
E la conferma, di nuovo, di come in Italia non si riesca a fare qualcosa di innovativo senza finire a rimestare nel solito brodo.

Ecco, più o meno la serie è destinata a questa fine...

Ecco, più o meno la serie è destinata a questa fine…

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