L’edizione 2014 del Colloquium Italo-Russo dell’IsAG, apertasi col successo dell’inaugurazione in terra di Sicilia, è proseguita lunedì 19 maggio presso l’elegante sede romana dello Studio Legale Associato NCTM col convegno Dall’import-export agli investimenti diretti: orizzonti di sviluppo nel commercio Italia-Russia, organizzato da IsAG, NCTM e Unicredit.
L’incontro, aperto dai saluti dell’Avv. Giuliano Berruti in rappresentanza dello Studio ospite, è stato moderato dal Direttore del Programma “Eurasia” dell’IsAG, Dott. Dario Citati. Quest’ultimo ha sottolineato come nell’attuale difficile fase, con lo spettro delle sanzioni imposte dall’UE alla Russia, s’apre l’opportunità di una riflessione che vada dall’economia alla politica, poiché determinate scelte non sono condivise all’interno del “Sistema Italia”. In quest’occasione il mondo dell’economia può rilevare l’importanza strategica dei rapporti con la Russia: l’export verso la Russia è vitale per alcune aziende italiane.
La Dott.ssa Paola Brunetti, rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico, ha rilevato come nell’ultimo decennio l’interscambio tra i due paesi sia aumentato del 110%, malgrado una flessione del 20% durante il primo trimestre del 2014 provocata dalla concomitante crisi economica russa e italiana. Le due economie sono come noto complementari, poiché l’Italia esporta in Russia beni di consumo e strumentali e ne riceve materie prime. La Russia è oggi il settimo partner commerciale del nostro paese, assorbendone il 4% dell’interscambio con l’estero. All’orizzonte si stagliano le opportunità offerte da grandi eventi, come il Mondiale di calcio del 2018 (che prevede costruzioni in undici città russe), o da grandi progetti come Skolkovo (in cui si farà un centro di ricerca dell’ENI). Grande è inoltre l’interesse per le zone economiche speciali. Il progetto del “corridoio verde” prevede la semplificazione delle procedure doganali. Non si possono infine sottacere le opportunità aperte dalla nascente Unione Eurasiatica.
Gli strumenti a servizio del consolidamento del rapporto economico Italia-Russia sono molteplici: i vertici bilaterali, il Trattato di Amicizia e Cooperazione del 1994 con la task force per i distretti commerciali e le PMI, la cabina di regia Governo-ABI-Confindustria per definire le linee guida commerciali, le camere di commercio, i contributi ai progetti d’internazionalizzazione.
Per ora le sanzioni sono solo individuali, e dunque non hanno intaccato il commercio tra i due paesi.
La parola è passata ad Aleksej Naumenko, della Rappresentanza Commerciale della Federazione Russa in Italia, il cui intervento si è focalizzato sulle ZES (zone economiche speciali) russe. La legge istitutiva (per 49 anni) è del 2005 e la società di gestione al 100% statale. Le ZES sono oggi 28, di cui 14 turistiche, 6 industriali, 5 tecnologiche, 3 portuali. Gl’investitori nelle ZES sono oggi 370 (erano 53 nel 2007), per un totale di 4 miliardi di dollari investiti. Dall’Italia sono stati investiti finora 56,7 milioni di euro. Le ZES garantiscono fino allo 0% di tasse sul reddito, l’annullamento per 5-10 anni delle tasse su proprietà, trasporti e terra, un’imposta sull’assicurazione ridotta dal 34% al 14%, esenzioni dell’IVA sulle importazioni di beni strumentali e materie prime e sull’esportazione di beni finiti, nonché la presenza di un unico referente burocratico. Si è calcolato che i costi complessivi per gl’investitori scendano fino al 30%.
Elisabetta Muscolo di Invitalia ha esordito complimentandosi con l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), che giudica ormai un punto di riferimento per il dialogo dell’Italia con la Russia. Entrando nel merito del suo intervento, dedicato agl’investimenti russi in Italia, ha ricordato alcune buone ragioni per investire nel nostro paese, malgrado il difficile momento: l’Italia è la seconda potenza manifatturiera europea (la quinta al mondo) con una storica cultura degli affari, un paese tradizionalmente aperto al mondo e volto al futuro, con un patrimonio culturale unico e il decimo mercato mondiale per dimensioni. Oggi solo 93 imprese russe hanno investito in Italia (il 44% di esse in Lombardia). Contrariamente a quanto di solito si crede, solo il 60% degl’investimenti è venuto sotto forma di acquisizioni, il resto come greenfield. Gl’impiegati sono quasi 15.000, i settori prevalenti logistica, energia e commercio, il fatturato 25 miliardi di euro.
Tornando al perché convenga investire in Italia, la Dott.ssa Muscolo ha ricordato alcuni sviluppi recenti: lo spread BTP/Bund quasi dimezzatosi in un anno, il rapporto deficit/PIL sotto al 3%, le stime positive per la crescita economica, un costo del lavoro che (escluse agricoltura e pubblica amministrazione) è tra i più bassi in Europa, il fatto che il nostro paese sia secondo nel continente per aziende d’alta tecnologia. Tuttavia, l’Italia è solo nona in Europa per attrazione di investimenti esteri. Ciò dipende da vari problemi: burocrazia, fisco, costi della sicurezza sociale, costi dell’energia, lentezza della giustizia civile, bassi investimenti in R&S. Infine, illustrando l’attività di Invitalia ha ricordato come essa offra servizi informativi e di accompagnamento agli investitori esteri e incentivi come sovvenzioni o finanziamenti agevolati.
Il Dott. Sergio Miele ha invece descritto l’attività del suo istituto, Unicredit, impegnato nel promuovere internazionalizzazione e aggregazione (le imprese italiane sono infatti generalmente troppo piccole per il mercato odierno). Unicredit offre consulenza, rapporti con le istituzioni (Simest, Sace, Informest) e desk all’estero.
Ultima a intervire l’Avv. Maria Serpieri dello Studio NCTM, la quale ha dedicato il proprio spazio a un’ampia disamina tecnica dell’IVA all’interno dell’interscambio con l’estero.
L’incontro si è chiuso con un rinfresco offerto dallo Studio NCTM, occasione per gli uditori di conoscere e confrontarsi in maniera informale coi relatori.
(Testo di Daniele Scalea, foto di Priscilla Inzerilli)
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