Atlanta continua a restare la bella incompiuta della Lega, arriva sempre fino ad un certo punto ma mancano quei giocatori in grado di far fare il definitivo salto di qualità; Orlando è caduta pesantemente dopo la finale NBA di due anni fa e ora si trova di fronte ad un roster da modificare per cercare di risalire e con la grana più grande dell’intera Lega, quella del rinnovo (o meglio dire partenza) del loro leader, Dwight Howard.
ATLANTA HAWKS
L’uscita al secondo turno contro Chicago era nelle aspettative di tutti visto l’andamento della stagione degli Hawks, che però non hanno voluto abbandonare la lotta senza lottare, perdendo onorevolmente 4-2 ma dimostrando ancora le stesse problematiche degli anni scorsi. La vittoria facile contro i Magic al primo turno aveva mascherato un po’ questi problemi che contro la difesa organizzata dei Bulls, però, sono riemersi prepotentemente.
Coach Larry Drew era stato messo al posto di Woodson per cambiare il modo offensivo di giocare, muovendo più la palla e usando meno isolamenti, cosa che invece non è avvenuta; contro Chicago le due gare vinte sono state frutte di percentuali al tiro molto alte dei giocatori chiave ma non di un gioco corale che palesemente non esiste. Johnson e Crawford sono giocatori da uno contro uno, ma il vero problema della squadra è la mancanza di contropiede e transizione, che con gli atleti a disposizione sarebbe invece la chiave per vincere.
Cosa potrà cambiare l’anno prossimo? Ben poco. Iso-Joe è stato blindato con il contratto della vita la scorsa estate e cambiare le caratteristiche di un giocatore 30enne è impossibile; di fianco a lui non avrà più The Difference, Jamal Crawford, che molto probabilmente cambierà aria essendo free agent e non avendo ancora avuto una proposta di contratto dagli Hawks.
Con Smith, Horford, Teague (esploso nella serie contro Chicago) e Hinrich, lo spazio a disposizione di Marvin Williams si è ridotto sensibilmente e il giocatore è passato dai 31.4 minuti (8.4 punti e 5.7 rimbalzi) degli scorsi playoff ai 18 (4.8 punti, 2.3 rimbalzi e 39.3% dal campo) nella post season di quest’anno; probabile che se la società vorrà muoversi sul mercato sarà lui la pedina di scambio.
ORLANDO MAGIC
Il ritorno di Turkoglu a stagione iniziata dopo i fallimenti a Toronto e Phoenix non è servito visto che il turco è l’ombra di quel grandissimo giocatore di due anni fa e il suo contratto (34 milioni per i prossimi tre anni) si farà sentire. Poi c’è anche Arenas a cui andrebbe trovato uno spazio, ma che SVG ha addirittura lasciato in panchina per tutta una partita nei playoff.
Infine c’è la grana Dwight Howard: il suo contratto scade la prossima estate (il giocatore ha l’opzione per un altro anno) e la volontà abbastanza dichiarata del centro è quella di cambiare aria e di andare a giocare in una piazza più importante e con almeno un’altra superstar, per cercare di puntare all’anello. Los Angeles sponda Lakers e i Nets sono alla finestra e attendono un segnale da parte dei Magic per mettersi ad intavolare una trattativa (in Florida si vuole evitare un altro Melo-drama) per averlo già da questa stagione, anche se non sarà facile lasciarlo andare, visto che i tifosi di Orlando sono già stati scottati dall’addio di Shaq O’Neal, molto simile a quello che potrebbe accadere con DH12.
Inoltre la situazione salariale è pessima con 75 milioni già occupati e quindi pochissime chance di muoversi e ancora meno di confermare Jason Richardson, che sarà free agent.