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È un periodo strano, son sempre lì che analizzo, osservo e penso. Penso a tante cose, e il più delle volte trattasi di inutilità, futilità, banalità.
Mi ritrovo a vivere sempre e comunque situazioni paradossali, quasi come fossi all'interno di un libro di kafkiana memoria e stessi facendo un processo a me stesso; o semplicemente un processo alla mia mente che tutto crea e prontamente tutto distrugge; un processo alla mia vita precedente, attuale, futura; un processo alla mia condizione di deficiente.
Quindi, più vado avanti nel tempo più continuo a dar credito alle teorie fondate sulla mia malattia mentale, con l'aggravante che nello specchio del narcisismo non appaio affatto come un caso clinico bensì come un folle, una sorta di Man on the Moon. E ad avvalorare quanto appena detto ci sono i fatti, riscontri materiali concreti, e la cosa mi preoccupa.
Esempio: l'altra sera, mentre ero in macchina con la mia dolce metà, mi accingevo ad entrare in un parcheggio; accosto la macchina al parchimetro, premo il bottone, prelevo il ticket e inconsciamente, come fosse nell'ordine della normalità, dalla mia bocca fuoriesce la parola «Grazie». Non curante continuo la marcia all'interno del parcheggio finché, volgendo lo sguardo sulla destra, noto la faccia allibita dell'amore mio che con tono di rimprovero dice «Ma sei normale? Ti rendi conto!? Poco ci manca che non ringrazi me, e ti metti a dire "grazie" ad un parchimetro».
Presa coscienza del fatto che effettivamente come gesto tanto normale non è, rimango fermo e imbambolato davanti al volante della macchina per circa trenta secondi. Poi mi ricordo di Lou Reed e Metallica.
Quindi, nuovamente, son corso in bagno a vomitare.
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