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Ospedale di Cremona, accordo con sacrifici. Soresina, Dusi (Cisl): “I dirigenti congelino i loro premi di produttività”. La casa di riposo di Soresina rischia di essere venduta

Creato il 30 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

In prima battuta, nell’ambito di un discorso articolato, il sindacalista Dusi, ha fatto ieri sera alcune affermazioni meritevoli di interesse. Sulla casa di riposo Zucci Falcina: “i dipendenti sono disposti a fare sacrifici, come sempre, ma sarebbe bene che anche i dirigenti li facessero. Si è parlato di premi di produttività in arrivo per i dirigenti, se non già versati. Sarebbe un bel segnale di attaccamento alla Zucchi Falcina se i dirigenti congelassero questi premi, visto il momento difficile”. È molto evidente, e davvero eccessiva, la differenza di stipendio fra dipendenti delle cooperative, che ricevono sui 900 euro al mese, e dirigenti generali e sanitari e sociali: la gerarchia è infittita di graduati ma chi paga caro sono gli ultimi.
“I dipendenti ci hanno chiesto di fare questo discorso alla Zucchi Falcina: hanno ragione”.
Non c’è ancora una risposta precisa da parte della Fondazione soresinese sulla via d’uscita dal grave rischio di una messa in vendita. Cgil, Cisl e Uil sono pronti per un incontro a breve in via Gramsci. I temi sono molti, in un bilancio che scricchiola, i timori e il malessere del personale meritano rispetto, come il sindacalista cislino ha dichiarato.

Altro tema di rilievo è l’accordo regionale sui compensi per il personale del comparto. L’Usb di Cremona boccia l’accordo, perché fa scendere ancora il potere d’acquisto. Altri sacrifici dunque all’Ospedale si Cremona.
Il cislino Dusi lancia un monito: “E’ vero che c’è stato un altro taglio. La trattativa è partita da un punto molto basso, che non ci aspettavamo. Siamo riusciti a risalire, battendoci. Chi ci critica dovrebbe tenerne conto. Cala il potere d’acquisto, sì, vogliamo allora rinunciare anche a questi soldi, anche se inferiori alle aspettative? Altrove neanche c’è stato l’accordo. Allora i rappresentanti sindacali dell’Usb siano coerenti: non riscuotano i soldi che loro spettano, visto che non accettano l’accordo. E poi a Crema dicono sì all’intesa che è stata firmata, a Cremona no”.
Il clima è di scontro, i poteri regionali sono aggressivi. Tempi difficili, che inducono a scelte pesanti: o si tratta, anche al ribasso, o ci si batte per invertire la tendenza.

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