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Osservatorio Litblog n. 38

Creato il 17 marzo 2015 da Letteratitudine

Osservatorio Litblog n. 38(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)

a cura di Francesca G. Marone

Scrittori nati o scrittori formati?

(Da Sul Romanzo)

Quante volte ci siamo chiesti da dove nasca il talento? Se ci sia una scintilla che all’improvviso possa dare il via ad una qualsivoglia creazione artistica, ad un romanzo, ad una poesia o che guidi la mano a dipingere un bel quadro. In molti hanno immaginato la figura romantica dell’artista che a notte fonda si dirige verso la scrivania e con impeto creativo lascia che la penna lo conduca verso il suo capolavoro, fino a quell’istante tenuto dentro, nascosto negli anfratti dello spirito. Molti ancora pensano che sia questa l’arte: la scintilla. E’ certo che il talento non si possa comprare in alcuna scuola del mondo e che non esista maestro che possa trasmetterlo, tuttavia il lavoro ben indirizzato, l’impegno e i consigli preziosi possono diventare strumenti per affinare le tecniche e aiutarci a far divampare una scintilla. Non tutte le scuole sanno essere luoghi fecondi e non tutti i maestri spesso sono all’altezza di cogliere il talento e condurlo per mano verso una strada concreta. Giuseppe Pontiggia lo era certamente e per nostra fortuna ci ha lasciato una grande eredità. L’importanza spiccata della lettura e spesso della rilettura dei grandi scrittori e un uso sapiente delle parole. Se volete saperne di più sulla magia delle lezioni di scrittura di Pontiggia leggete qui…

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In fuga leggendo

(da Nazione Indiana)
La relazione strettissima fra letteratura e musica è stata sempre un interesse di Letteratitudine, tanto che ne ha fatto una sezione apposita dove si narra di volta in volta di libri che hanno come tematica principale la musica. Quante volte ascoltando una musica suggestiva abbiamo avuto la netta sensazione che ci stesse raccontando una storia? E quante altre volte leggendo una storia abbiamo sentito un brano musicale come colonna sonora nella nostra mente proprio in sintonia con le parole che leggevamo? Libri che si strutturano come partiture musicali, parole che si insinuano e si inanellano nella nostra mente come note su un pentagramma. Ho iniziato a leggere Kundera tantissimi anni fa, da ragazza, e poi l’ho visto passare nelle mani di giovani figli, amici e figli di amici, con altrettanta passione di quella antica che mi accompagnava nella lettura. Una lettura a quei tempi ancora acerba forse ma che coglieva d’istinto la musicalità del testo e delle storie. Una fuga verso l’universale linguaggio della musica, una fuga come quelle di Bach, una fuga modello musicale strutturato come molti romanzi di Kundera. Elemento del contrappunto, polifonia di voci e personaggi, struttura monotematica. Parliamo di modelli musicali o di composizione di testi letterari? Di entrambe le cose. La lentezza, L’identità e L’ignoranza sono tre bellissimi romanzi di Milan Kundera che se analizzati contengono tutti gli aspetti stilistici e strutturali della fuga musicale. Personalmente ho riletto due volte L’identità, romanzo che mi ha narrato una storia piena di vuoti - scusate l’ossimoro- e a cui tengo in maniera particolare, dunque credo che dopo lo spunto interessantissimo di questo articolo andrò a rileggere anche gli altri due. In fuga verso il mio Kundera musicale.
Per chi volesse approfondire, il pezzo è qui…

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Imparare insieme

(da Le parole e le cose)

Comparare etimologicamente significa - dal latino cum parare - mettere insieme, sullo stesso piano; ma a me piace anche poter dire imparare insieme, perché se metto a confronto due modelli ho di fronte due modi di vedere le cose che insieme possono ampliare la mia conoscenza. Thomas Eliot per descrivere un viaggio nella comparatistica letteraria di testi antichi parla di specchi che difatti sono gli strumenti che consentono a noi stessi di metterci in contatto con l’alterità. Siamo stati educati ad una concezione gerarchica e lineare della letteratura e della storia, ma nel corso degli anni stimoli nati dalla filosofia, dalla storia e dalla letteratura hanno spinto ad una visione molto più aperta. Lentamente impariamo che si avanza per scarti, differenze, e poca linearità. Il mescolarsi degli sguardi sulle varie forme di arte e l’intrecciarsi di nuove visioni con la letteratura, anzi con le letterature, comprendendo al plurale tutta la vastità variegata dei mondi letterari, ci offre oggi spunti di riflessione immensi. Se volete attraversare piccoli tratti nello spazio e nel tempo di questo percorso, leggete il pezzo che vi propongo con calma e tanta passione. Una passione che viene dalla consapevolezza del confronto sempre necessario, quello nelle nostre esistenze, nei mondi dell’immaginazione e della creazione letteraria. Quello che porterebbe ricchezza in ogni passo a due nel viaggio della conoscenza.
L’articolo è qui…

Francesca G. Marone


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