La riflessione di oggi riguarda i racconti e forse ancora di più i romanzi, in particolare lo stile di scrittura. Non sono guru o esperta in materia, in compenso sono un osservatrice, ed è proprio da questo che parte la mia riflessione.
La meraviglia, l’occhio sul mondo, l’osservazione, tanto teorizzate e insegnante nelle scuole, tanto amate dai timidi e poco accentuate negli sguardi dei superficiali, sono una magica conquista del mondo.
Attraverso l’occhio, e prima ancora mediante l’ascolto, possiamo apprendere e comprendere molte cose non spiegabili altrimenti.
Il problema di oggi, per quanto mi riguarda, si concentra sui nuovi mezzi di comunicazione che sembrano alienare la realtà umana ed enfatizzare quella digitale. In questo contesto così vario e persuasivo, l’occhio è sempre più attento a quello che accade nei media e meno concentrato sugli avvenimenti della vita reale.
Che le capacità attentive stiano diventando sempre più flessibili e manipolabili è una delle peggiori conseguenze del mondo digitale, nonostante l’attenzione all’interno dei social e durante la navigazione sia sempre più schematica (standard) e precisa.
La possibilità di documentarsi direttamente dal web nasce come un vantaggio, nato dal bisogno di “avere tutto a portata di mano” e sebbene nella pretenziosa richiesta si siano esclusi gli svantaggi, la possibilità che tale “peccato” possa diventare disfunzionale ha grandi occasioni perse e altre da cogliere al volo. Molti esperti nel settore della comunicazione si sono lamentati dell’impossibilità di comprensione, talvolta, delle informazioni pubblicate in rete, e molti scrittori si sono opposti al libro multimediale ricadendo più tardi – con contraddizione – nella pubblicazione di un e-book, anche solo per un racconto.
C’è da dire che l’Italia come qualsiasi altro Paese si sta lasciando influenzare dall’evoluzione americana che ci distrae dall’attuale condizione sociale interna e ci distacca dagli interessi sociali, preceduti dalla partecipazione attiva sul web.
La scrittura, in questo senso, ha subito un’evoluzione nello stile, restando comunque fedele a molti modelli di narrazione che circolano anche in formato digitale. Questo è un vantaggio, un esempio di coerenza. Il rischio della scrittura è quindi la perdita di tali modelli, e allo stesso tempo la monotonia del genere stesso opposto ai bisogni multimediali.
Prendiamo come esempio il genere narrativo, usato in molti romanzi, in cui la descrizione dei paesaggi e dei cambi scena sono una prerogativa importante. Nel nuovo mondo digitale questi standard sono stati inseriti con tutte le tecniche fondamentali, sebbene nella rete rischiano di essere sottovalutate e di contrastare l’ordine e i bisogni dei lettori, ma è anche vero che dall’altra parte, nei prossimi stili di scrittura realizzati apposta per il web forse, questi generi rischieranno di scomparire, e non solo quelli. Con la perdita dell’osservazione del mondo reale, non dico che le parole saranno prive di senso, ma con grande probabilità non ci saranno occhi per osservare e mani per descrivere nel dettaglio gli odori, i sapori, le sensazioni della vita. E anche questa volta: non neghiamoceli!