Le due partite di Andreas Seppi, sull'erba tedesca di Halle, finalmente visibili in chiaro grazie a Supertennis (basta co' ste' televisioni a pagamento!), lasciano ai posteri alcune considerazioni, a volte poetiche a volte tecniche (a volte anche polemiche), che non posso essere ignorate. Primo: il bolzanino è un buon giocatore, specialmente se lo rapportiamo agli altri tennisti azzurri, con cui si equivale in termini di classifica e di "braccio". Paga ancora oggi il famoso rifiuto a giocare in Davis di qualche anno fa e la Federazione, invece di accantonarlo e di rinfacciargli un investimento pecuniario iniziale, dovrebbe tentare il suo recupero, così come sta facendo con Bolelli. Anche perchè, se si vuole realmente tornare in serie A di Coppa Davis, Seppi serve come il pane. E qui sbaglia il cittì Barazzutti a non alzare la voce, avallando un silenzio verso il giocatore che è controproducente per la squadra e per il giocatore stesso, che già caratterialmente (come tutti gli altoatesini) non è un loquace ma si rifugia in un tennis ermetico, chiuso, di difficle comprensione. Per fortuna abbiamo avuto l'impressione che Seppi dia segnali di ripresa; sia contro Haas che contro Hewitt abbiamo visto un giocatore che, con tutti i suoi limiti, si sta riprendendo, lentamente ma si sta riprendendo. La preparazione fisica sembra migliorata, è reattivo nelle gambe e negli spostamenti; tecnicamente invece, mentre da una parte la prima di servizio entra che è una bellezza, dall'altra il rovescio a una mano e il gioco di volo (fondamentali sulle superfici veloci) vanno ristrutturati con schemi più poetici, meno legnosi e prevedibili di quello che si vede. Non si può costruire una classifica sul dritto incrociato e sulle variabili del rovescio bimane, così il salto di qualità non si farà mai, si resterà sempre nel limbo e questo i tecnici del bolzanino devono capirlo subito, prima che non sia troppo tardi, prima che non ci si debba rimpiangere di aver utilizzato il 50% delle potenzialità di un giocatore. Se Ossi di Seppi si "montalizza" siamo finiti...
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Le due partite di Andreas Seppi, sull'erba tedesca di Halle, finalmente visibili in chiaro grazie a Supertennis (basta co' ste' televisioni a pagamento!), lasciano ai posteri alcune considerazioni, a volte poetiche a volte tecniche (a volte anche polemiche), che non posso essere ignorate. Primo: il bolzanino è un buon giocatore, specialmente se lo rapportiamo agli altri tennisti azzurri, con cui si equivale in termini di classifica e di "braccio". Paga ancora oggi il famoso rifiuto a giocare in Davis di qualche anno fa e la Federazione, invece di accantonarlo e di rinfacciargli un investimento pecuniario iniziale, dovrebbe tentare il suo recupero, così come sta facendo con Bolelli. Anche perchè, se si vuole realmente tornare in serie A di Coppa Davis, Seppi serve come il pane. E qui sbaglia il cittì Barazzutti a non alzare la voce, avallando un silenzio verso il giocatore che è controproducente per la squadra e per il giocatore stesso, che già caratterialmente (come tutti gli altoatesini) non è un loquace ma si rifugia in un tennis ermetico, chiuso, di difficle comprensione. Per fortuna abbiamo avuto l'impressione che Seppi dia segnali di ripresa; sia contro Haas che contro Hewitt abbiamo visto un giocatore che, con tutti i suoi limiti, si sta riprendendo, lentamente ma si sta riprendendo. La preparazione fisica sembra migliorata, è reattivo nelle gambe e negli spostamenti; tecnicamente invece, mentre da una parte la prima di servizio entra che è una bellezza, dall'altra il rovescio a una mano e il gioco di volo (fondamentali sulle superfici veloci) vanno ristrutturati con schemi più poetici, meno legnosi e prevedibili di quello che si vede. Non si può costruire una classifica sul dritto incrociato e sulle variabili del rovescio bimane, così il salto di qualità non si farà mai, si resterà sempre nel limbo e questo i tecnici del bolzanino devono capirlo subito, prima che non sia troppo tardi, prima che non ci si debba rimpiangere di aver utilizzato il 50% delle potenzialità di un giocatore. Se Ossi di Seppi si "montalizza" siamo finiti...
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