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OTESANEK – LITTLE OTIK (2000) di Jan Svankmajer

Creato il 04 agosto 2011 da Close2me

otesanek_little_otikQuarto lungometraggio del genio praghese e maestro dell’animazione a passo uno Jan Svankmajer. In contrasto col precedente Conspirators of Pleasure – grottesco ma fondamentalmente solare – il regista ceco sceglie questa volta di rielaborare, con un approccio oscuro ed inquietante, la favola per bambini Otesánek dello scrittore e poeta Karel Jaromír Erben.
“Karel (Jan Hartl) e sua moglie Bozena (Veronika Zilkova) sono depressi per il fatto di non riuscire ad avere figli. Karel un giorno porta a casa una radice di legno che ha le fattezze di un neonato. Bozena prende sul serio la cosa ed inizia a trattare il legno come un vero infante, inscenando una gravidanza per poi poter giustificare la presenza del bambino. Karel inizia a temere per l’equilibrio mentale della moglie ma inaspettatamente, al momento del finto parto, l’oggetto inizierà a prender vita: la madre lo chiamerà Otik”
Parlare di fiaba dark, intrisa di momenti surreali e persino splatter, sarebbe improprio. L’infanzia evocata da Svankmajer è piena di ombre, pericoli e paure oggi edulcorate – se non rimosse – dal contesto culturale che ci circonda. Un’infanzia che non è più nostalgica né tantomeno malinconica, ma un periodo profondamente difficile: tanto per chi vive in prima persona questo “passaggio” (la piccola Alzbetka, interpretata dalla bravissima Kristina Adamcová) che per i genitori, il cui naturale desiderio filiativo assume talvolta contorni morbosi, con successive derive traumatiche. Otik è il frutto di un’ossessione feticista, l’imprevisto che incrina i ruoli di coppia alterandone progressivamente l’esistenza. Se non fosse stato un ciocco di legno, sarebbe certamente stato qualcos’altro a rispondere alla brama di maternità della giovane ed infelice Bozena. La resa visiva è, come in tutte le opere del maestro praghese, frutto di un mix sorprendente di antico (oggetti, quadri, tappezzerie passando per la posateria, tutti avvolti da una comune aura ostile) e surreale, i cui toni insoliti della prima parte esplodono nell’orrore della seconda. Con probabilità il film più gotico di Svankmajer, i cui momenti meno plumbei sono rappresentati solo dai battibecchi della famiglia di Alzbetka e dalle incursioni animate che illustrano la favola originale di Erben, opera della moglie del regista Eva Švankmajerová (talentuosa pittrice e ceramista, scomparsa nel 2005).
Otesanek ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali ed è considerato come una delle pellicole più interessanti del 2000.


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