Complici il filosofo Emanuele Severino e Roberto D’Agostino, a Ottoemezzo sabato in onda su La7 si parla di retroscena del potere. Un argomento importante per la filosofia e per il cliccatissimo sito Dagospia, che si occupa proprio a detta del suo autore, ” del tempo che trasforma il pettegolezzo in storia e non si fa storia senza cronaca.“
La storia, dunque è solo un punto di vista, raccontato spesso, dai vincitori. Ma allora dove sta la verità? La storia è una convenzione?
La storia non è il regno della verità, perchè è impossibile cercare la verità assoluta, diciamo che credere nella storia diviene un atto di fede. La storia è in mano al potere che per sopravvivere ne occulta le intenzioni. Il potere è frutto di ingegno e astuzia. Questo vuol dire che l’impotente
è colui che è nella verità, perchè l’impotente è il fallimento del potente. Il mondo è cambiato, dopo la caduta del muro di Berlino. Un mondo nuovo che ha accelerato il suo ingresso, e che ha come potere la tecnologia. Il potere di Google e di Facebook non certo paragonabile a quello di Obama o della Merkel. Un mondo variabile, veloce, in mano alla tecnologia e a chi la sa sfruttare.Dunque la destinazione della tecnologia è il dominio. Non c’è più la preoccupazione di salvare i valori.
Un mondo veloce, dove i due cadaveri sono la televisione e i giornali, non più artefici dell’informazione, oggi sostituiti, perchè l’uomo moderno non attende più di leggere, va su internet. Tutto è su internet. Tutto scorre e non si ferma.
Renzi, Monti o Grillo sono fenomeni interessanti ma temporanei, politici obsoleti che rispecchiano la crisi dei valori occidentali. La crisi è legata
al vecchio ordine. La crisi è un passaggio verso il nuovo e l’Italia guarda al suo declino. La crisi è cambiamento. E non saranno i Renzi o i Grillo che potranno fermare il tempo. La crisi è sinonimo di rinascita dopo il decadimento del sistema. Ci sarà una nuova destinazione della nostra civiltà tecnologica. Ogni forza, di destra o di sinistra è interessata a potenziare la sua porzione di potere. Ma è solo un disperato tentativo di profitto. La crisi di rappresentatività dei partiti, la loro incapacità a raccogliere e farsi portatori negli ambiti a ciò preposti dalle instanze del’elettorato, unitamente agli scandali che negli ultimi anni ne hanno costellato l’attività e minato la credibilità, indistinatmente, hanno indotto una progressiva disaffezione nei riguardi delle pubbliche istituzioni e di colori i quali operano in esse. Il rifiuto dell’evoluzione che è insita nell’idea stessa di progresso tutela ogni posizione precostituita dallo squilibrio fisiologicamente indotto dalla ricerca di un nuovo e più efficiente assetto. Così si mantiene tutto fermo per assicurarsi la tutela della porzione di potere e la tenuta del vecchio sistema.L’unico potere che resiste nel tempo è quello della Chiesa, che è rimasta in testa. ” Se c’è una cosa che è viva e lotta insieme a noi – dice D’Agostino – è la Chiesa, la recente canonizzazione dei due Papi, era una scusa, uno spettacolo di potere. E questo Papa sa come mettere in scena la comunicazione. L’unica vera monarchia operante in occidente è il Vaticano, ma con Bergoglio è dinamica”.
Le masse avevano un bisogno diverso dalla politica o dall’economia. Papa Francesco ha uno stile di vita interessante ma non si discosta dalla visione tradizionale della Chiesa. La sua umanità è evidente, ma la Chiesa è rimasta immutata, aveva solo bisogno di un seduttore.