Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 8, 2012
di Cristina Bove
degli uomini che sanno le radici
e non le lasceranno
nella stagione delle rughe
conserveranno tracce delle forme
sul cammino di schegge
la veste che non copre né riscalda
i richiami passati nella storia
oltre cancelli ed argini
le donne
a partorire il mondo
la madre-dea che parla in rosso
ai sassi alle golene ai fiumi al mare
polline giallosole
fuochi di marzo accesi
a declamare dicerie da prati
crepita il tronco degli ippocastani
e sotto i pini le processionarie
tracciano scie urticanti
progetto dell’eterno umanizzarsi
nella caducità d’ogni sostanza
ventre di donna a compiere il disegno
apparenza di polvere
ogni umano