Ho un difetto che è più di un difetto. E’ una tara da 200 kg, un enorme verme solitario che mi divora da dentro, una malattia cronica che mi risucchia energie e capacità e mi rende spesso l’anello mancante tra l’uomo e il carapace di tartaruga.
Non starò a spiegarvi in quanti e quali momenti del quotidiano il mostro si manifesti, o quante volte nella mia vita si sia manifestato impedendomi di scegliere, prendere, osare. Vi basti sapere, per rimanere terra terra, che la bestia che è dentro di me si manifesta sopratutto quando è il momento di prendere la palla al balzo, cogliere l’occasione e vivere il momento. Quando arriva la congiuntura spaziotemporale, quando tutto è pronto, quando null’altro è di ostacolo a che io faccia mia un’esperienza irripetibile, la Bestia si sveglia e mi convince che non è il caso, che è troppo lo sbattersi, che lo farò un’altra volta, che c’è tempo, che c’è sempre tempo. Rimandare, e credermi eterno, ecco il danno peggiore che la pigrizia ha fatto alla mia vita.
Ed ecco dunque che l’altro ieri, quando ho letto che i R.E.M. si sono sciolti, il mio pensiero è certo andato ad una delle colonne sonore della mia giovinezza, al loro essere riusciti a mettere in musica la mia stessa malinconia di ragazzo degli anni ’90. Da quando esplosero definitivamente con Out of Time, quando tutti noi 16enni, compresi Brenda e Dylan, ascoltavamo Losing My Religion, fino alla carne di quegli strani anni ’90 vissuti tra cambiamenti epocali, chiusure caratteriali, viaggi della speranza, errori madornali a stringere i denti sino a spaccarseli, quando ascoltavo Up come un adolescente ed era ora di non esserlo più. Sino a Reveal, a quella Imitation Of Life scaricata da Napster e ascoltata milioni di volte con Copeland, mentre si chiudeva quel decennio e tutto mi chiedeva di essere adulto tranne me.
Certo, ho pensato a tutto questo, ma non sopratutto a questo.
Ho pensato che per almeno 4 volte ho avuto l’occasione di comprare il biglietto ed essere dentro questa scena, ed ho sempre voluto rimandare. Chè c’era tempo, non è vero? Chè, d’altronde, tutto è eterno, sopratutto io, dico bene dannato idiota?
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