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I fedeli lettori del romanzo ci avevano avvertiti che il peggio doveva ancora venire e che quanto visto nel precedente episodio era solo il terribile antipasto di un orrore senza fine: Outlander saluta il suo pubblico con un finale di stagione coraggioso e viscerale, capace di far annegare i suoi personaggi nell'oscurità più nera per poi aiutarli a ritrovare la luce in un calvario che non risulta mai fittizio o narrativamente posticcio.
Preferendo la via del flashback, "To Ramsom a Man's Soul" vede Murtagh e i suoi uomini salvare Jamie in modo rocambolesco dopo appena pochi minuti, ma il primo piano iniziale che vede Jamie fissare la camera completamente annientato dice più di quanto le parole potrebbero esprimere: curate le ferite del marito, Claire intraprende una battaglia personale difficile e di inevitabile attualità per aiutare l'uomo che ama a non smarrirsi nel dolore; tormentato da terribili incubi e incapace di tollerare il tocco della moglie, Jamie porta dentro di sé il marchio di una vergogna talmente inconfessabile da fargli guardare al suicidio come all'unica opzione possibile.
Sicura che il suo amore possa salvarlo, Claire riesce gradualmente a riconquistare la fiducia di Jamie e a farsi raccontare la verità: per quanto l'occhio dello spettatore odierno sia tristemente allenato e avvezzo alla rappresentazione dell'aberrante normalità dello stupro sul piccolo schermo, assistere a una scena di violenza sessuale maschile è un fatto assai raro e una visione così graficamente autentica è da far gelare il sangue nelle vene.
Outlander però non si tira indietro e prosegue nella trasposizione delle pagine della Gabaldon senza aggirare l'ostacolo, arrivando là dove difficilmente una serie televisiva difficilmente osa spingersi: scavare nel senso di colpa di Jamie, guardare dritto nei sui suoi occhi spenti e nella sua anima fatta in pezzi, accettare la scomoda verità di come nel bisogno estremo di non provare più alcun dolore anche la più forte delle vittime possa cedere alla vessazione psicologica del momento e provare piacere, senza per questo dover provare ribrezzo per sè stessa.
Il sole tornerà e altri orizzonti si apriranno per i protagonisti, costretti a salpare in cerca di un aiuto impossibile per cambiare un futuro già scritto: il sorriso di Jamie illuminerà nuovamente la scena, anche se quanto accaduto negli ultimi due episodi è un marchio che nessun taglio netto potrà mai cancellare e che speriamo di veder tornare, di tanto in tanto, nel personaggio interpretato splendidamente da Sam Heughan.
Valutare la prima stagione di Outlander dopo aver visto un episodio così denso ed emotivamente frastornante è difficile, ma nonostante alcuni momenti di stanca legati alla necessità di dare spago alla costruzione dei personaggi e di diluire la narrazione in due tronconi, possiamo dire senza paura che la serie ha superato l'esame con ottimi voti, dimostrando una forza non comune nello scavare nella psicologia di caratteri che contro le stesse etichette letterarie che sarebbe assai semplice affibbiargli hanno dimostrato di avere tantissimo da offrire: la Battaglia di Culloden deve ancora iniziare, ma tutti noi faremo senza dubbio la nostra parte.
Leggi su cinefilos/serietv: Outlander 1×16 recensione dell’episodio con Sam Heughan
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