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“Ovviamente ti iscrivi” (apologo per la campagna elettorale)

Creato il 30 gennaio 2013 da Povna @povna

Durante la sua esperienza di coordinatore provinciale di questo referendum la ‘povna ebbe modo di collaborare con moltissime realtà civiche e politiche. Inoltre, poiché il suo ruolo era irrituale e imprevedibile (perché non si era mai visto il presidente un’associazione laica che, praticamente dal nulla, e senza iscrizione a nessun partito politico, ricevesse, scavalcando tutti, quell’incarico di rappresentanza dal comitato nazionale), la sua militanza la portò a confrontarsi con realtà tra loro diversissime, delle quali ebbe modo di apprezzare, direttamente sul campo, pregi e difetti, aperture inaspettate e diffidenze reazionarie. Su tutti – era il 2004/2005 – si segnalò l’allora partito della Rifondazione Comunista, presente nella piccola città con una percentuale solida: tutta intera la sua dirigenza, infatti, si mise di buona lena ad aiutarla. Spiegandole pazientemente i vari passi di un percorso che per la ‘povna era nuovo, e pure insolito; prestandole partecipazione e impegno; offrendo liberamente i propri spazi; ma senza chiedere, per questo, niente in cambio; né assumere atteggiamenti di facile paternalismo (che pure sarebbero stati giustificati – e giustificabili – dall’estrema ignoranza della ‘povna per tutta la pratica interna elettorale).
Il referendum andò come andò (purtroppo), e non mette conto adesso, ricordarlo. Ma la ‘povna si portò a casa questa ricchezza acquisita con tutti gli interessi. E – continuando a partecipare sempre da fiancheggiatrice esterna – partecipò alle attività di Rifondazione a vari livelli, dando il suo contributo soprattutto sul piano culturale. Inizio così la sua collaborazione con il Presidissimo, che si potrebbe definire anche “apprendistato”, facilmente: un anziano dirigente venuto dai movimenti, passato per l’insegnamento, e poi per un ruolo di Dirigente Scolastico (guarda il caso – lo sceneggiatore come sempre si diverte – nella futura città della scuola della ‘povna), che aveva avuto modo di esercitare, prima del pensionamento, con abilità particolare.
Fu il Presidissimo a chiederle, in un lontano autunno del 2005, di partecipare al loro giornale provinciale (che aveva bisogno di nuova linfa). La ‘povna ne fu, ovviamente, assai contenta. E il Presidissimo ebbe modo di scacciare i suoi residui dubbi (“Ma, lo sai, non sono iscritta”) con poche parole sostanziali e burbere: “Ma che iscritta e iscritta, non me ne importa nulla. Sei brava, ci piace collaborare con te, condividiamo molto. Tu sei tu. E il resto non importa: allora, ti decidi ad accettare?”.
La ‘povna accettò, e lavorò con loro per quasi tre anni. Un paio di volte a settimana si recava nella sede di Rifondazione-Centro: insieme ai compagni di redazione, discutevano di menabò, idee e visioni del mondo, iniziative, pezzi da scrivere. Il Presidissimo fumava nella pipa pezzi di toscano spezzettati in forma di tabacco; la ‘povna si beveva una birretta. E, dopo aver definito a grandi linee il nuovo numero, se ne andavano soddisfatti a casa.
Di quella sede la ‘povna aveva – ancora dai tempi del referendum – ancora le chiavi della porta. Gliele avevano date in quanto coordinatrice, sempre all’epoca del referendum (“Se succede qualcosa, è giusto che tu le abbia”). E poi non le avevano mai volute indietro, per la comodità di tutti. E la ‘povna, di nuovo: “Ma io, dai, non sono iscritta”. E loro a ripetere l’eterna filastrocca: “Ci aiuti, collaboriamo, ci troviamo bene nel percorso? Il resto non importa, la sostanza paga”.
Si arrivò così alle elezioni del 2008, e alla disfatta delle sinistre. La ‘povna si trovò, insieme a molti altri, fuori dal Parlamento. Ma nella piccola città la divisione tra Rifondazione e SEL prese i contorni di una vera strage.
La vecchia dirigenza, le persone con cui la ‘povna aveva collaborato, da sempre, passarono con Vendola. Il partito residuo cercava nuovi capi politici. E così Testa Tonda (ex-compagno di Hogwarts della ‘povna) si ritrovò praticamente dal nulla Segretario Cittadino.
Si incontrarono insieme nella sala computer di Hogwarts, a ora tarda.
“Congratulazioni, Testa Tonda” – lo salutò la ‘povna.
“Ciao, ‘povna, Giusto te, stavo per scriverti. Sai, volevo parlarti di quello che è successo. Come sai Presidissimo è passato con Vendola. E così anche i vecchi collaboratori del giornale non sono più dei nostri. La testata però è rimasta a noi, e dobbiamo rilanciarla. Ci serve una redazione nuova di zecca. Vorremo però un elemento di continuità, e ho pensato che potresti essere tu, quella. Del resto, ti conosco; e poi ho letto i tuoi articoli, e li condivido…”.
“Ti ringrazio, Testa Tonda. Fammici pensare un momento: come sai io ho sempre avuto un rapporto assai stretto con il Presidissimo, e vorrei prima parlargli, per correttezza”. La ‘povna ha appena iniziato a formulare queste parole nella testa. Ma Testa Tonda non ha finito, e le interrompe.
“…Va da sé che non si può pensare di continuare a fare come faceva il Presidissimo: prima di formalizzare il nostro accordo, ovviamente ti iscrivi”.
La risposta della ‘povna si riassume in un monosillabo. Che chiude la collaborazione con il giornale in questo modo, e per sempre. Vale la pena di aggiungere che quel foglio, che aveva una tiratura di unpo’dimila copie non banale, per essere fatto così artigianalmente, non è mai riuscito a pubblicare un solo numero, del nuovo corso.
Ma la ‘povna racconta spesso questo episodio (che peraltro non è l’unico) in questi giorni, quando le domandano come mai lei sia così tanto e solo scettica (e Rifondazione, lì dentro, a suo giudizio è ancora il meno peggio) di fronte al cartello elettorale di Rivoluzione civile.


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