Magazine Diario personale

P

Creato il 11 luglio 2012 da Gloutchov
E' complicato. A volte mi capita, mentre sento squillare tutti i telefoni aziendali, di chiedermi dove caspita sia P e perché non risponda alle chiamate. Mi capita di vedere la sua espressione contrariata, nelle migliaia di occasioni in cui eravamo di opinione contrastante. Mi capita di ricordare il modo in cui rispondeva al telefono, e le decine di volte in cui mi son sentito chiedere se avevo un numero diretto, così che potessi essere raggiunto senza passare dal centralino, da lei. Mi capita di pensare a poco più di un mese fa, quando mi avvisava di stare attento durante il mio soggiorno a Torino, perché a lei ne erano capitate di cotte e di crude. Mi capita di pensare al fatto che lei abbia comprato tutti i miei libri, anche quello per bambini, in più di una copia, da leggere e regalare ai nipotini. Mi capita di rivedere la scena in cui lei passa in ufficio e mi lascia una caramella sulla scrivania. Mi capita di rivederla mentre mi chiede della salute di mia nonna. Mi capita di vederla arrabbiata perché ha appena litigato con le altre ragazze, qui in azienda. Mi capita di pensare alle volte in cui mi chiedeva com'era il caffè della macchinetta, sempre orrido, perché stava sostenendo una dura battaglia con i tecnici del distributore per cercare di migliorare la bevanda. Mi capita di ricordarla mentre parla del suo nipotino, di suo figlio, e dei suoi gatti. Mi capita di sorridere pensando a quella volta in cui disse a un fornitore che non ero raggiungibile telefonicamente perché ero andato al bagno e... ci avrei messo "molto". Mi capita di pensare ai regali che mi ha fatto, piccoli pensieri, per natale e compleanno. Mi capita di pensare alle volte in cui mi chiedeva consulenza per comprare un nuovo cellulare, o per un regalo da fare a S. Mi capita di ricordare quando mi portò decine e decine di ninnoli da applicare sul piccolo albero di natale che, qualche anno fa, ho deciso di mettere in ufficio durante le feste natalizie. Mi capita di pensare alle nostre incomprensioni, e alle sue attenzioni. Notava sempre quando ero contrariato, quando ero triste, e mi chiedeva sempre se, "finalmente", avevo trovato l'anima gemella.

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