パコと魔法の絵本 Pako to Mahō no Ehon
Tetsuya Nakashima
Giappone, 2008
In un bizzarro ospedale psichiatrico vivono strambi pazienti, ognuno con le sue manie. Il guastafeste della situazione è il burbero Onuki, imprenditore ricoverato dopo un attacco di cuore, sempre impegnato a criticare gli altri, che spera di morire senza essere ricordato da quelli che considera individui inutili. L'unica in grado di scalfire la sua corazza è la piccola Paco, che soffre di un disturbo della memoria a causa del quale dimentica ogni mattina ciò che le è successo il giorno prima.
Dopo Memories of Matsuko, Nakashima spinge ancora l'acceleratore e confeziona un film colorato, esplosivo, fatto di immagini sorprendenti e pieno fino all'orlo di scene visivamente fortissime.
Facendo un uso abbondante di costumi stravaganti, scenografie variopinte ed effetti vari, dal 3D alle animazioni, il regista mostra ancora una volta l'originalità del suo modo di operare, sempre decisamente sopra le righe.
Paco and the magical picture book è una storia delicata, fatta di solitudini che si incontrano e si annullano a vicenda, una favola per bambini che (solo) per bambini non è, nella quale la lettura di un racconto fantastico, ripetuta in modo quasi ossessivo, è l'unico legame con un passato che la testa non vuole ricordare.
In bilico tra una vicenda commovente e una realizzazione fin troppo esuberante, il film perde parte delle sue potenzialità emotive, ubriacando lo spettatore e saturandone l'attenzione, finendo per affogare il melodramma in un mare di tinte accese.
Un tale calderone ribollente di fantasia non può comunque lasciare indifferenti, esaltando con le immagini, sorprendendo con le trovate narrative, coinvolgendo grazie alle ispirate interpretazioni dei protagonisti. La piccola Paco conquista il cuore, tenera e ingenua come solo i bambini sanno esserlo, facile al perdono, spensierata nonostante tutto. La sua storia, anche pressata sotto agli eccessi di Nakashima, riesce a riemergere timidamente spiazzando e commovendo, lasciando addosso una malinconia che neanche con tutte le tinte del mondo saprebbero cancellare.
Voto: 7½