Torna L’ora di religione e torna l’appuntamento (più o meno) settimanale per scoprire le avvincenti vite di persone che hanno lottato per avere un’aureola in testa e ci sono riuscite. Direi che per questo inizio di anno scolastico era il caso di partire con il botto e la data di pubblicazione del primo post mi ha aiutato un po': con un solo giorno di ritardo rispetto a quando lo celebra la Chiesa, oggi parliamo di una star con l’aureola, the one and only, Padre Pio. Non mi dilungherei con la presentazione e lascio la parola a una delle sue più grandi fan di sempre: Raffaella Carrà!
Padre Pio è indubbiamente la più grande icona contemporanea del cattolicesimo e, come ogni grande star, ha al suo seguito i più accaniti fan e i più acerrimi detrattori. Come tutte le storie dei personaggi più celebri si parte sempre dal più remoto e umile paese di provincia, abitato da poche anime. Ad esempio, quando si parla di Madonna si parte da Pacentro (1250 pastori abruzzesi), quando si parla di Lady Gaga si parte da Naso (4070 guidatori di carretti siciliani), così quando si parla di Padre Pio si parte da Pietralcina (3083 zappatori campani). Ora voi direte che, però, Madonna e Lady Gaga hanno vissuto a New York, ma anche nella storia di Padre Pio c’è New York: il padre infatti emigra negli Stati Uniti per lavorare e mandare soldi a casa che permettessero al giovane Padre Pio di studiare.
A Pietralcina Padre Pio cresce come Francesco, nome dello zio che ha lasciato la casa in eredità alla famiglia Forgione e del santo di Assisi. Da piccolo, affascinato da un frate francescano che spesso si aggirava per il piccolo paesino, decide che nella vita sarebbe diventato un frate con la barba, prima che questa diventasse una moda hipster. Quando entra nel convento di francescani prende il nome di Pio, per la sua devozione a una statua di un martire San Pio che era nella piccola chiesa del suo paese. Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe poi diventato più famoso di quella statua? Parte così la sua carriera…
La vita conventizia che ha sempre sognato non si rivela poi così facile, perché, come Sarah Kennedy, anche Padre Pio è nato debole e la sua malattia polmonare non gli permette di vivere in convento. Congedato dal convento del Molise inizierà un tour in più posti alla ricerca del clima giusto, anche se i medici non vedono un futuro così roseo, diagnosticandogli una morte precoce. Tiè! Inizia qui, forse, l’incomprensione di fondo tra il mondo della scienza e Padre Pio. Quel luogo dal clima perfetto per al sua salute sarà San Giovanni Rotondo, nello sperone d’Italia, il Gargano, la mia terra che saluto!
Ma il soggiorno di Padre Pio nei conventi non era nemmeno una passeggiata per gli altri ospiti. Infatti, fin da giovane, il frate aveva delle notti burrascose, di quelle che definiva lotte contro il demonio, che gli lasciavano segni fisici sul corpo e lo facevano ritrovare vessato e distrutto la mattina dopo: queste lotte finivano con un boato che era in grado di far tremare le pareti del convento. I suoi detrattori danno la colpa di queste sue visioni alla schizofrenia del frate.
Nel suo curriculum di Santo non si è fatto mancare niente. Le stimmate sono la cosa più famosa legata alla figura del frate, ma, con esse, ha avuto tutto un pacchetto di doni niente male che adesso andiamo a elencare: la transverberazione, uno stato di trance che gli faceva perdere i sensi durante la preghiera; la bilocazione, la possibilità di essere in due posti diversi nello stesso tempo; gli effluvi odorosi, odore di rose proveniente dalle stimmate; ipertermia, febbri alte che hanno superato anche i 50°C; la profezia. Chiaramente le stimmate hanno fatto la parte da leone rendendolo un personaggio popolare e meta vivente di pellegrinaggi di massa. Lettere di fan e donazioni piovevano sul convento di San Giovanni Rotondo e persone in attesa fuori dalla porta per giorni pur di farsi confessare da Padre Pio. I suoi turni di confessione erano lunghissimi: 16 ore ogni giorno.
Con i fan, ecco arrivare anche i detrattori. In questo caso il Vaticano è stato sempre il più grande nemico del frate, sottoponendolo a numerose visite ispettive per bollare come false e autoprovocate le famose stimmate di cui sopra. In particolare padre Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica e idolo dei ciellini lombardi, dice che le stimmate sono frutto dell’isteria del frate. A Padre Pio vengono revocati tutti i diritti, compreso quello di confessare e dire Messa pubblicamente.
Ma chi tiene fermo il popolo? Anche i cattolici più estremisti se ne fregano del Vaticano e continuano questo pellegrinaggio verso San Giovanni Rotondo, inondando il frate di donazioni. Addirittura il sindaco di New York La Guardia, italo-americano e originario della provincia di Foggia, fa una mega donazione per la costruzione di un ospedale, il più grande sogno del frate con le stimmate. Con la pioggia continua di donazioni e la devozione popolare, in pochissimo tempo, l’ospedale è costruito e funzionante. L’elezione di Paolo VI e l’incredibile successo in termini economici e di devozione ammorbidirono le posizioni della Chiesa e al frate furono revocate le restrizioni.
Padre Pio muore il 23 settembre 1968 e già nel 1969 si iniziarono a raccogliere le testimonianze per la sua canonizzazione. Ma il Vaticano era ancora popolato dai suoi nemici storici, che non ne volevano sapere di santificare quello che avevano sempre definito un bluffatore. Gli anni ’90 cambiano le sorti del francescano che nel 2002 viene santificato da San Giovanni Paolo II, allora Papa (tra l’altro, Giovanni Paolo e Padre Pio erano penfriend e il frate aveva predetto al caro amico polacco che sarebbe diventato Papa). Ma i devoti lo avevano santificato già da un pezzo, rendendo San Giovanni Rotondo una delle più grandi mete mondiali del turismo cattolico al pari di Lourdes e la terra Santa.
La stesura di questo post è stato così difficile per me che da quando sono piccolo mi confronto con questo santo per chiari motivi di prossimità geografica, essendo cresciuto nel boom della sua devozione popolare. Sono stremato e non ho più le forze di aggiungere altro se non darvi l’appuntamento alla prossima puntata. Raffaella vuoi salutare tu?