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Padri separati e figli dislessici. L’intervento di Massimo Polledri, Lega (Piacenza)

Creato il 04 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

L’intervento di Massimo Polledri, consigliere comunale della Lega Nord, è tratto dal dibattito sul bilancio del Comune di Piacenza, svoltosi il 15 luglio. Polledri nota la spesa “importante” per l’assistenza e l’integrazione e i costosi progetti per i minori non accompagnati. Anche Cremona spende non poco: nemmeno si capisce bene il rapporto di controllo fra il proprietario (il Comune) e il gestore (la cooperativa). Si spende anche a Piacenza. Nessuno se la prende con i minori non accompagnati stranieri. Progetti prestigiosi, di rilievo, che fanno onore, rimbalzano sulle pagine delle testate. Ci sono alcune categorie di italiani che non sono privilegiate. I bambini dislessici ad esempio. Polledri ne ha parlato. Non interessa per nulla la posizione politica ma il problema. I dislessici hanno avuto una legge che prevede l’uso di sussidi didattici (calcolatrici, carte geografiche, computer…) ma ovviamente non paga le cure logopediche, che sono il vero costo e la vera necessità. Chi aiuta questi bambini italiani accompagnati dai genitori? Ci sono associazioni, dopo tanti anni il problema è stato riconosciuto, è vero. Le famiglie non sono certo una casta e non godono di privilegi, anzi portano pesi notevoli. Quanto ai padri separati, la questione è così nota che poco si fa. Il bambino che non riesce a scuola è sempre colpevole, chi lo vuole aiutare pretende il sei politico eccetera. Il padre separato è colpevole, ha sbagliato. Per forza. Lo stigma del pregiudizio agisce in modo istintivo, senza verificare, senza comprendere, punendo e basta. Ma emettere sentenze di condanna a priori non è il compito del Comune. Non sono un affare i dislessici? Questo bisogna pensare? Hanno un basso valore di mercato? Stesso discorso per i padri separati? Aiutarli è un disonore, dopo la campagna moralista, cieca, carica di ottusa lungimiranza condotta contro il divorzio, per poi approvare in Parlamento un legge sul divorzio che fa paura? Spesso l’opposizione serve: il modo di pensare dominante non ha sempre ragione per diritto divino.

 

noi abbiamo oggi per l’assistenza e l’integrazione una voce di spesa importante che quota 1 milione e passa di euro. Questa per l’integrazione dobbiamo mettere una quota per quelli che sono gli educatori scolastici e una quota per i trasporti. Se voi andate dalle parti di Piazzale Milano vedrete tutte le mattine, con grande difficoltà perché non c’è parcheggio, delle ambulanze, dei pulmini che trasportano dei minori. Sono i nostri bambini che hanno bisogno di terapie logopediche, di terapie di riabilitazione (fisioterapia) oppure terapia psicologica.

Ora, molti di questi bambini perdono la scuola quindi viene meno un diritto all’istruzione, però costano perché 1 ora di educatore costa più di 24 euro (23,9); se calcolate 2 ore sono almeno 46 euro poi ci mettete vicino il pulmino e quant’altro, calcolate quanto costa.

Ora se si rimodulasse l’orario del servizio al pomeriggio perché non è pensabile che si possa fare fisioterapia fino alle 2 o che si possa fare logopedia fino alle 2, certo bisognerebbe concordare con l’azienda ASL uno spostamento di una parte, magari remunerando di più gli operatori che si fermano o fanno un orario pomeridiano piuttosto che mattutino, possono consentire ai minori di stare a scuola e di poter avere le cure al pomeriggio. Al pomeriggio poi ci sono le famiglie e quindi sarebbero autonome.


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