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Paese che vai usanza che trovi

Creato il 09 aprile 2014 da Kairoswedding

viaggiareViaggiare è un regalo che cerchiamo di farci quasi tutti, quando possiamo, per staccare un po’ la spina e per ricaricare le batterie. E’ un piacere per il nostro corpo e per lo spirito, ed è bene che le ferie non siano solo un trofeo da sbandierare al mondo intero. Nell’era dei social per molte persone anche le vacanze diventano infatti solamente un modo per postare cronologicamente ogni istante, in maniera quasi ossessiva. Godersi il riposo vuol dire anche saper lasciare a casa le abitudini di tutti i giorni, per assaporare con calma quanto il territorio e le persone che ci accolgono hanno da regalarci.

Per questo motivo prende un sapore speciale il sapersi adattare agli usi e ai costumi altrui, come sappiamo fare quando entriamo in casa di altre persone. E’ importante leggere libri e guide sul paese di destinazione, al fine di evitare spiacevoli scoperte o sorprese. Alcuni princìpi di buone maniere sono comunque validi ovunque, quindi ad esempio evitiamo di fotografare persone che non conosciamo, dando per scontato che a loro possa far piacere, perchè spesso è il contrario! E al ristorante, nel rispetto di chi sta lavorando, può essere apprezzato l’ordine di piatti tipici anziché “pizza o spaghetti”.

Quando si viaggia all’estero è anche opportuno tenere a mente alcune usanze curiose e magari per noi apparentemente stravaganti, in segno di sensibilità nei confronti delle popolazioni che ci ospitano. Per esempio, forse non tutti sanno o ricordano che …

  • in Messico gli orari sono molto flessibili, quindi un po’ di ritardo sulla tabella di marcia sarà alquanto gradito;

  • in Cina è consuetudine alzarsi in piedi quando entra una persona in una stanza. E’ inoltre apprezzato il tenere i piedi coperti anche in estate e il vestirsi in modo semplice;

  • in Giappone per salutarsi non ci si stringe la mano, ma ci si inchina. Occorre togliersi le scarpe prima di entrare in una casa, non si dice mai “cin cin” durante un brindisi, è bene aspettare che sia il padrone di casa a parlare per primo e non bisogna mai rifiutare una tazza di the;

  • in Australia, nei bagni sia pubblici che privati, occorre ricordarsi di abbassare il coperchio del WC, per non incorrere in rimproveri imbarazzanti;

  • in Irlanda molto probabilmente potrà capitare che in un pub qualche sconosciuto rivolga la parola a chi entra. Non è da considerarsi un atto di invadenza, ma anzi è una forma di cortesia riservata agli stranieri;

  • in Gran Bretagna, come in Giappone e in tanti altri paesi, bisogna rispettare rigorosamente le file e le code quando si sale su un mezzo pubblico o presso un ufficio;

  • in Lapponia chiedere ad un abitante dove pascolano le sue renne è come chiedere a noi dove abbiamo depositato i nostri risparmi. Peggio ancora se gli si chiede quante renne possiede!

  • in Danimarca e in Olanda è molto gradito il rispetto della corona;

  • viaggiare
    in California, Utha, Nevada e tantissimi paesi che fanno parte degli Stati Uniti, si potrà incorrere in sanzioni da 2.000 dollari o piu’ se si getta un pezzo di carta a terra per strada…

  • in Turchia per dire “no” le persone emettono un semplice suono (“tsk”) oppure alzano le sopracciglie o ancora fanno le due cose insieme sollevando la testa di scatto. Scuotere la testa per dire no all’italiana non avrà il risultato desiderato, in quanto nella loro usanza vuol dire semplicemente “non ne sono sicuro”;

  • in India la carta igienica non è utilizzata – si trova solo negli hotel – ed è consuetudine lavarsi con acqua corrente. Nel sud il cibo si mangia con le mani, nello specifico con quella destra, poichè la sinistra è considerata impura;

Quindi “tutto il mondo è paese”? Piu’ o meno si, basta conoscerlo, rispettarlo e sapersi adattare e poi … l’importante è viaggiare e godere dei benefici di un viaggio per la mente e per lo spirito!

tratto da UNICO PEOPLE & STYLE – n° 26 marzo/aprile 2014. Rubrica di bon ton scritta da Monia Re


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