Olivetti e i comunitaristi (bada bene non i comunisti), scoprirono l'acqua calda. E meno male!
Ecco, il comunitarismo è lo spirito del "villaggio", un po' come quello che ancora resiste nelle piccole comunità frazionali, nelle contrade e nei piccolissimi comuni caratterizzati soprattutto dall'essere fondati sulla ruralità: la prima, spontanea e più connaturale delle attività umane. Quello che dalle nostre parti e in buona parte del civilissimo occidente che occidentalizza tutto e tutti, si va sempre più perdendo.
Accade, anche, sotto la spinta di forze economiche, quelle liberiste nella fattispecie, le quali dell'umano rapporto, della connaturale, spontanea e necessaria mutualità, non gli frega granché, se non per la sua possibilità di tradursi in profitto. Il profitto individuale, contra il profitto della comunità, di tutti e di ognuno.
Di qui, la lotta, spesso violenta, impari, sempre più selettiva, fredda, per il raggiungimento degli obbiettivi. Come una guerra, e non lesina in vittime sociali, in carne e ossa e cuore.