INCHIESTE (Milano). In Lega Calcio, Calciolab ha incontrato l’amico e collaboratore Gianluca Tizi, agente di straordinaria esperienza. Ci siamo fatti spiegare come si configuri quel contributo agli agenti del talento di turno affinché il giocatore sia stimolato a rimanere negli anni. “E’ una modalità di pagamento della procura esattamente stabilita dal regolamento Federcalcio – ha spiegato Tizi – che si configura in questo modo perché è un pagamento dato all’agente per il fatto che il suo assistito riceve correttamente l’ingaggio tutti i mesi. Diciamo che, per farla breve, quella è una percentuale sull’ingaggio percepito nel corso degli anni dal calciatore, più che un tot versato per invitare il calciatore a restare”.
Sì, tuttavia è incontrovertibile che la modalità e la direzione dei soldi, dal club al procuratore, configurino una sorta di legame di dipendenza della squadra che cerca di calmare l’agente affinché non faccia il gioco del tentare di alzare la posta delle proprie commissioni vendendo ogni anno un suo assistito a una squadra diversa. “Può anche considerarsi così – ha chiosato Tizi -, ma ci sarebbe un semplice modo per risolvere il tutto. Quale? Beh, semplice: il contributo dovrebbe essere pagato dal calciatore. Non dal club”. Beh. vero