Buongiorno a tutti ! In quest’Italia spaccata a metà, ed ovviamente chi scrive vi parla dalla metà stretta nell’implacabile morsa del caldo afoso che ti spacca in quattro, sono sicura che il post di oggi ci darà un po’ di refrigerio. Voi dite di no? Scommettiamo che le parole Siberia orientale compiranno la magia?
Ebbene sì, oggi è la volta di uno smalto dedicato a Cygnus Hyoga, per gli amici Crystal il Cigno.
Hyoga è il mio bronzetto preferito. Non c’è storia, non c’è partita, non c’è nulla. Diciamo che è l’unico che mi piace in quella ciurma di squinternati, e non solo perché se ne va in giro pettinato come se fosse John Bon Jovi in vacanza ™, ma perché tra tutti e cinque è il più umano. E poi perché è bello come il sole, suvvia! Niente fidanzate tra i piedi, niente amiche, niente colleghe di addestramento, nulla di tutto ciò, solo l’ingombrante presenza di una madre-merluzzo, morta da anni, che lui, perché è un bravo figliolo, va a trovare appena può. Sul fondo del Mar Glaciale Artico. Dettagli, suvvia!
Hyoga pare essersi piazzato al secondo posto in un sondaggio di qualche annetto fa (venticinque, mica uno…), ed onestamente, non fatico a crederlo. Lui dovrebbe rappresentare il colore blu, anche se la sua armatura è candida come la neve. È il tipo freddo e bellissimo (che Araki buonanima disegnava sempre biondo, vai a capire perché!), più maturo del protagonista (ci vuole poco!!!), ma che ha davanti a sé un percorso di crescita interiore molto profondo. Se volte la storia di questo fanciullo, cliccate pure sul link più sopra. Io sono qui per dirvi quale smalto abbinerei ai colori di questo personaggio. Il blu, ho detto sopra. Però Hyoga (il cui nome si compone con gli ideogrammi di ‘isola’ e ‘ghiaccio’, e che l’autore dice di aver scelto col significato di ‘disilluso’) richiama a gran voce il ghiaccio dell’estremo Nord per non scegliere uno smalto bianco. OPI Alpine Snow Matte.
OPI Alpine Snow Matte fa parte della collezione Matte, uscita nella primavera del 2009. In pratica, sulla scia della moda del momento, che voleva smalti in declinazioni opache, gli omini della OPI hanno aggiunto un po’ di silice ad alcuni colori che volevano mattificare, hanno agitato qb, ed ecco la collezione satinata. Alpine Snow è un bel bianco gesso, luminoso e perfetto sia da portare su tutta l’unghia, sia da stendere sulla lunetta per la french manicure. La sua versione matte è ugualmente luminosa e compatta, MA necessita dell’aiuto di un’estetista. Avete presente quando vi raccontavo dei guai in cui sono incappata stendendo Snow? Ecco. Stessa solfa. Le fotografie più sotto le ho scattate al lavoro della mia ex-manicurista, Justina, perché io, da sola, facevo ancora più pasticci.
Il colore è splendido, capimoci. Meraviglioso, compatto, brillante. Nulla da eccepire. È la stesura che mi lascia perplessa. È un problema del bianco? Non credo sia un discorso applicabile a tutte le creme, perché non ho riscontrato questo tipo di problemi nell’applicazione del blu crema, del verde crema o del rosso crema. Il problema deve essere il colore. Il problema deve essere il bianco. Non vedo altra spiegazione. È vero che il segno delle pennellate si nota di più su una tinta chiara che su una scura, ma qui si parla proprio di viscosità del prodotto, che scorre difficilmente sull’unghia. E qui avevo le unghie ricoperte dal gel, quindi non vale dire che necessito di base gommata/ridge filler ecc ecc. Il colore non si stende bene. Signori della Fabyline, poiché il prodotto l’ho pagato sedici ricchi euro, fate qualcosa!
Vi lascio alcune fotografie di questo signorino, così capite da voi di cosa sto parlando.
Bello, vero? Devo imparare a stendere il bianco, c’è poco da fare. Come recitava la reclame del Subbuteo, L’allenamento rende perfetti, giusto? E così sia, mi impegnerò di più per imparare come si stendono le tinte molto chiare. Un sistema deve esserci! Certo, se creassero smalti che anche noi comuni mortali, con un po’ d’impegno, possiamo stendere, sarebbe troppo bello… ma sperare non costa nulla, giusto?
La canzone di oggi, in onore al nostro splendido figlio della Grande Madre Russia, è appunto l’Inno dell’Unione Sovietica, qui cantato dal Coro dell’Armata Rossa. Non trovate anche voi che le divise della nazionale russa a Londra siano bellissime?
Acque pacate e dolci risate finché non ci rincontreremo