Palermo. Ore 7 del mattino. Freddo e pioggia. Incrocio tra via Libertà e via Duca della Verdura. Si scontrano un’auto e un bus 101 dell’Amat.
La cronaca dice: “per fortuna nessuna conseguenza fisica“.
Ma la scena è stata “surreale”. Il bus fermo nella corsia preferenziale, l’auto colpita ed affondata, in una posizione tale che non permetteva lo scorrimento del traffico.
I passeggeri dei mezzi costretti a scendere in strada, sbuffando aria gelida, camminando velocemente per il marciapiede, dribblando le buche piene d’acqua piovana, in direzione delle proprie mete.
“Arriverò in ritardo al lavoro” è il lamento di un uomo di mezz’età, iracondo. Un’altra, anziana e minuta e col cappellino, chiede: “Ma la 107 passa da qui?” e la risposta è deludente: “No, signora. Fa tutt’altra strada“. E, dunque, tutti a piedi, per via Libertà, voltandosi indietro con la speranza di vedere all’orizzonte un mezzo che ha ripreso a camminare. Ma niente, il vuoto.
Ed il cronista lì in mezzo, accelerando il passo per giungere in redazione, per raccontare le altre notizie, dopo aver vissuto un ordinario e temporaneo disagio e passeggiato per una via Libertà senz’auto, bagnata, col sottofondo dei passi veloci della gente. Suggestiva e poetica.
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