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Pallacanestro: il Torino Teen Basket tra presente e storia

Creato il 27 gennaio 2014 da Sportduepuntozero

dino violante torino teen basketDue prime squadre al vertice della classifica nei rispettivi campionati, una vasto settore giovanile con diverse formazioni di “under” e una storia di pallacanestro lunga più di 30 anni, capace di unire e identificare un intero paese. Il Torino Teen Basket di Pino Torinese sta vivendo un’ottima stagione agonistica sia dal punto di vista dei risultati sia per quanto riguarda la crescita dei suoi giovani. Le squadre senior (D maschile e B femminile) guidano la regular season dalla prima giornata; ancora senza sconfitte le ragazze biancoverdi, che puntano alle finali promozione. “I playoff sono un obiettivo ormai alla portata sia per la D che per la B” dichiara il presidente Leonardo “Dino” Violante (foto), “una volta raggiunti vedremo fin dove potremo arrivare; siamo consapevoli di avere due ottime formazioni che potranno regalarci grandi soddisfazioni”.

Nel mentre avanzano le compagini giovanili, impegnate nei campionati di categoria. “Quest’anno abbiamo creato l’under 19” continua Violante, “uno step importante per i giocatori appena usciti dall’under 17 che devono completare la loro maturazione in vista dell’esordio in prima squadra. Schieriamo anche un’under 14 e 13, oltre che diverse annate di minibasket”. Circa 200 ragazzi di età compresa tra i 19 e i 6 anni; niente male, considerato che provengono quasi completamente dalle scuole elementare e media di Pino Torinese. “Per tutti gli atleti del vivaio l’obiettivo principale non è vincere ma aggregarsi, praticare sport e imparare a giocare a pallacanestro” precisa il presidente, “stanno crescendo e tra l’altro si stanno comportando decisamente bene nei rispettivi tornei; gran parte del merito è sicuramente degli allenatori, assolutamente preparati e competenti”.

Nel 2014 il Torino Teen Basket compirà 37 anni. Tanto è passato dal 1977, anno in cui Dino Violante e i suoi due fratelli Giuseppe e Roberto (ex giocatore di serie A1 con le maglie di Varese e Bologna) decisero di comprare da un amico la squadra di pallacanestro del quartiere torinese delle Vallette. “Il primo nome fu Korrida” ricorda l’attuale numero 1 della società, “e l’uomo di punta della formazione era ovviamente mio fratello, deciso a ripartire dalle serie minori dopo aver abbandonato il massimo campionato. Nei primi tre anni conquistammo altrettante promozioni e aggiungemmo talento alla rosa, fino ai playoff per accedere in serie B; qui fummo sconfitti, sfumò un’importante sponsorizzazione e ci trasferimmo a Pino Torinese per continuare l’avventura”.

Nei primissimi anni ’80 sorse infatti sulla collina torinese il Palazzetto di via Folis, odierno campo di casa di tutte le formazioni biancoverdi. “In queste stagioni abbiamo vissuto momenti importanti e grandi soddisfazioni” racconta il presidente del TTB, “a partire dai circa 25 tornei internazionali che abbiamo organizzato qui a Pino Torinese, ospitando nelle famiglie dei nostri giocatori ragazzi provenienti da Stati Uniti, Svizzera, Francia e Spagna; esperienze di scambio molto positive. Nelle vacanze di Natale del 2000 ho accompagnato negli USA i ragazzi dell’86, impegnati in dieci giorni di match contro alcune scuole americane; la trasferta è culminata con la serata al TD Garden, campo di casa dei Boston Celtics, quando prima della partita di NBA comparve sul maxischermo la scritta “Welcome Pino Torinese”. Per i ragazzi e per me fu un momento indimenticabile”.

Un episodio destinato a diventare leggenda si verificò a Borgo Sesia nel 2004, nella serata decisiva delle finali playoff per la promozione in serie C. “La serie era sull’1-1” ricorda Mauro Bevilacqua, coach della prima squadra maschile di allora, “ci giocavamo la bella fuori casa e a 2 minuti e 40 secondi dalla sirena eravamo sotto di 11 punti; il palazzetto era già in festa. Chiamai time out, semplicemente per invitare i miei giocatori a dare tutto fino alla fine”. Sotto di 7 a 20’’ dal termine, i biancoverdi accorciarono fino al meno 2 con una tripla e un contropiede. “Mancavano 5’’ e Borgo Sesia aveva due liberi a disposizione” continua lo storico allenatore, sulla panchina del TTB per moltissime stagioni, “li sbagliarono; disegnammo un’azione veloce per liberare un tiro da tre e sulla sirena la palla trovò solo la retina in fondo al canestro. Fu un momento indescrivibile, in un istante ottenemmo vittoria e promozione, il giusto premio per un gruppo fantastico”. La storia insegna, la storia si ripete; e chissà che questo non sia davvero l’anno buono per riviverla.

Luca Bianco

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